domenica 8 gennaio 2012

Dicembre




Articoli:

Aria di novità

“Agghiaccianti” novità per questo nuovo numero di Senza Filtro, ma tali solo per l’inizio del tanto aspettato inverno che, nonostante la sua aria tiepida, ci porta verso nuovi progetti e non solo. La tecnologia è arrivata anche da noi e da oggi potrete trovare on-line il giornalino al sito  http://salveminisenzafiltro.blogspot.com/  e leggere i nostri articoli con un solo click.

Anche lì fuori qualcosa è cambiato, la politica cambia e Berlusconi è caduto giù per i Monti italiani. Si intravede una nuova era, possibilmente senza crisi, bunga bunga e Profumo di novità positive per l’Istruzione italiana.

Noi, studenti del Salvemini, rimaniamo al sicuro tra le quattro mura delle nostre classi, con l’inattesa accensione dei termosifoni al momento giusto, mentre arriva arrancando anche il prossimo Natale, accompagnato dal nuovo anno. Stavolta tocca al fatidico 2012, e fra i tanti auguri che riceviamo ci sono quelli dei Maya: “il mondo finirà e con lui anche voi”.

Fanno tutto facile, ma guardiamo oltre, c’è di peggio: le pagelline. C’è chi la tiene ancora nascosta ai genitori tra le scartoffie e chi la sbandiera orgoglioso per i corridoi. Mi dispiace, amici, ma tutti dobbiamo affrontare la ghigliottina prima o poi, in fondo tutti abbracciamo la filosofia del ‘recupero nel secondo quadrimestre’ o quella di ‘anno nuovo vita nuova’, anche se i Maya non sarebbero d’accordo. Intanto portiamo questo pacco più che regalo a casa e godiamoci questi giorni pre-natalizi pieni di attività.

Si inizia con il torneo di calcetto e ogni sezione mette in campo i suoi campioni. I maschi su di giri cercano di mostrare le loro qualità sportive, forse perché hanno bisogno di conquistare una dama con cui andare al Ballo Natalizio. Sì, l’evento più aspettato di ogni inverno ritorna, con una nuova location, l’Hotel Ulisse Deluxe, il 21 dicembre, in collaborazione con il Liceo Classico di Meta. L’evento riscuote così tanto successo che altre scuole cercano di crearne simili, inventando il ‘ballo dei tamarri’ e niente di più. Affrettatevi, trovate dama o cavaliere da costringere a venire con voi al solo e originale ballo natalizio! I biglietti sono disponibili presso i quattro rappresentanti d’Istituto.

Ritornando al torneo di calcetto unicamente maschile, non disperate ragazze! Per il secondo quadrimestre si intravede la possibilità di un torneo di pallavolo o calcetto femminile, grazie all’interessamento del neo-presidente del Comitato Studentesco: Raffaele Attanasio IV A, eletto con ben 64 voti su 80, sostenuto dalla vice Marilena Caneri VA.

Nuovi volti al Salvemini portano nuove cose e ci auguriamo il meglio per la nostra scuola, che va incontro al 2012 armata contro i Maya e contro i tagli.

La redazione augura un buon Natale e un Felice anno nuovo a tutto il Liceo, sperando di ritornare integri e più forti di prima nel nuovo anno e affrontare così al meglio la fine del primo quadrimestre.




Ersilia Apreda IV L/A, 
Caporedattrice

Lucrum sine damno alterius fieri non potest (Publilio Siro)

“Farò uscire l’Italia dal tunnel”: sono queste le parole di Mario Monti, di recente nominato presidente del consiglio di questo nuovo governo tecnico. Parole cariche di fiducia e di speranza, anche se gli italiani nutrono ancora forti dubbi, stanchi ormai di vane promesse. Sono “Tempi duri”, quasi come quelli di Dickens, o forse anche di più: sembra che questo nuovo millennio, appena dopo il primo atto, abbia già deciso di calare il sipario. Gli attori, che (per dirla alla Shakespeare) si sono agitati su questo grande palcoscenico mondiale, hanno ormai “raschiato il fondo del barile” ed hanno deciso di abbandonare la scena. E dietro le quinte di quella che poteva sembrare una commedia si è consumato, invece, quel dramma chiamato crisi economica.


La crisi era stata annunciata dalle “profetiche labbra” degli economisti più accreditati, allarmati a ragione dal tracollo finanziario della Lehman Brothers, ma chi non aveva orecchi per intendere non ha inteso. E mentre l’Italia si nascondeva dietro un dito, gli italiani continuavano a credere e a sperare che la crisi non esistesse. Ma quello in cui si spera o si crede non è sempre immagine speculare della realtà, molto più di frequente nei sogni si imbastiscono le più grandi menzogne.
Solo dieci anni dopo “l’alba di una nuova era”, abbiamo già assistito al suo tramonto, e ci stiamo preparando ad una lunga notte. Una notte definita manovra lacrime e sangue. Lacrime che abbiamo già visto sul volto della ministra Elsa Fornero alla parola “sacrifici” e che troppo presto assaporeranno molti italiani per il bene dello Stato. Ed è solo l’inizio di un nuovo governo che ha tutta l’aria di sapere quello che fa e che dice, e forse proprio per questo ci spaventa ed impensierisce.
La Gelmini ci assicurò che i neutrini erano usciti dal fantomatico tunnel, ma noi usciremo dal tunnel?




Verena Gargiulo VD

Alluvioni: casualità o...?


A partire dall’ultima settimana di ottobre, tutta l’Italia è stata colpita da una serie di alluvioni: tragiche le conseguenze. Questa anomala ondata di mal tempo ha raggiunto la penisola il 25 ottobre, devastando l’area delle Cinque Terre. Critico il bilancio: dodici le vittime.
Il 4 novembre, mentre in Piazza Tasso bandierine patriottiche ricordavano una vittoria, la stessa sorte è toccata a Genova, dove punte superiori ai 500 millimetri di pioggia in poche ore hanno causato l’esondazione dei torrenti Bisagno e Fereggiano, che hanno riversato nelle strade fiumi di fango e detriti. A causa del nubifragio, che ha interessato anche il nord della Toscana, decine di comuni sono rimasti isolati e numerose le strade interrotte. Lo stato di allerta si è prolungato per diversi giorni, con un totale di sei vittime, tra cui due bambine, tutte nella stessa zona di Genova.
Nei giorni successivi le precipitazioni si sono spostate verso il meridione. Numerosi gli allagamenti e le frane nel napoletano, una vittima a Pozzuoli. Quando sembrava che la situazione fosse ritornata alla normalità, quasi seguendo le tracce dei Mille, ancora emergenza maltempo in Sicilia e Calabria, nella notte tra il 22 e il 23 novembre. Tre le vittime accertate, di nuovo tragedia e terrore.
Tutti ci siamo interrogati sui motivi di questi eventi. Le risposte sono varie e toccano ogni campo, dalla scienza alla politica. Certo è che i territori interessati sono decisamente vulnerabili a causa della struttura geologica e del pressappochismo degli uomini. Per citare degli esempi, solo a Messina, ben cinque fiumane sono state cementificate anni fa, trasformando il sottosuolo in una bomba pronta ad esplodere. Lo stesso vale per Genova dove, a peggiorare la situazione, ci sono il carattere torrentizio dei corsi d’acqua e l’aver costruito negli alvei dei fiumi. Se è vero che alcuni edifici risalgono a tempi in cui non esistevano piani regolatori, è vero anche che ci sono esempi recentissimi che mettono in dubbio la competenza, l’onestà e il senso civico di politici e professionisti. Tutti abbiamo visto le immagini del centro commerciale in Liguria, inaugurato da poco, costruito nel letto di un fiume dove, fortunatamente, l’acqua è arrivata in orario di chiusura, evitando una tragedia. In Italia, d’altronde, non manca mai l’inefficienza pubblica, il cui esempio sono i classici tombini locali che si trasformano in artistiche fontane ad ogni pioggia più abbondante.
Ma, tralasciando questi episodi estremi, è un dato di fatto che negli ultimi decenni la quantità e l’abbondanza delle precipitazioni sono aumentate gradualmente. Perciò occorre chiedersi seriamente se l’uomo stia interferendo con la natura, modificando il suo equilibrio. Non è una domanda nuova, ma adesso possiamo dire che ci riguardi più da vicino. Nonostante le tesi siano controverse, la maggioranza degli scienziati sostiene che il clima stia cambiando. Lo ha asserito il ministro dell’ambiente in seguito agli episodi nel messinese: “Nonostante sia stato un evento eccezionale, la possibilità che eventi come questo si ripetano in maniera più ravvicinata è molto alta. E’ necessario prendere in considerazione nuove misure e strategie per la prevenzione”.
In generale, oltre allo scioglimento dei ghiacci con conseguente innalzamento del livello dei mari, un aumento della temperatura significa aumento dell’energia presente nell’atmosfera e quindi eventi meteorologici estremi (cicloni, uragani, alluvioni …) di maggior numero e violenza.
Non è ancora certo che il riscaldamento globale sia responsabile di tutto ciò, dato che in molte zone non si registrano forti cambiamenti, ma conviene sempre porsi questo dubbio, perché la scienza è basata su ipotesi, non su certezze. Il riscaldamento prodotto sino ad oggi (0,8 °C) è solo una parte di quello che potrebbe verificarsi in futuro (fino a 4°C). Perciò diamoci da fare, con lo stesso entusiasmo manifestato dai genovesi nel ricominciare dopo l’alluvione (però non rivendendo oggetti alluvionati a metà prezzo) e facciamo la nostra parte perché, come tante gocce hanno causato un disastro, anche noi possiamo modificare il nostro futuro.
                                           

Vittorio D’Esposito ID e Maria Parente IIE

Doping: il cancro dello sport


Sportivi e sportive del Salvemini, quello di cui vi parlerò è uno dei fenomeni che offusca la bellezza e la lealtà dello sport. La vita contemporanea sottopone tutti noi a richieste, prestazioni e ritmi spesso incompatibili col normale funzionamento del nostro corpo. È dinanzi a performance elevate che spesso ci si perde in un bicchiere di multivitaminaci e super proteici. Nel caso degli atleti le procedure impiegate per ottenere prestazioni elevate sono fortemente tossiche. L’abuso di tali sostanze produce sul corpo danni immediati o ritardati.


Alcuni antidolorifici se da un lato non fanno sentire la fatica, dall’altro aumentano le probabilità di traumi sportivi; gli steroidi determinano modificazioni a livello muscolo-scheletrico . Quando vediamo alla televisione quei super muscolosi del wrestling o quei super pompati di body building, viene da chiedersi ‘’è enorme, ma cosa prende?? La risposta è semplice, poiché è noto l’ utilizzo degli ORMONI. Proprio questi ultimi sono veramente terribili. Come dice il Prof. Eugenio Müller, Professore Ordinario di Farmacologia, presso il Dipartimento di Farmacologia, Chemioterapia e Tossicologia Medica dell'Università Statale di Milano, un atleta che assuma in maniera ripetitiva questi ormoni, avrà una diminuita funzione gonadica (dei testicoli ). Un atleta che assuma ripetutamente queste sostanze potrà inoltre sviluppare una mammella di tipo femminile.


Molte di queste sostanze sono dei farmaci utilizzati a scopi terapeutici. Per esempio, gli ormoni della crescita sono utilizzati per il nanismo .Le anfetamine , invece, sono usate come stimolanti del sistema nervoso, in medicina servono a combattere l’obesità. Nel ciclismo troviamo pratiche pericolosissime come l’ emotrasfusione ( trasfusione del sangue) o la somministrazione di globuli rossi.


Purtroppo, questo cancro colpisce tutti gli sport. Penserete che non sia vero, ma il CONI nel 2004 ha condotto un’ indagine su alcuni sport che non erano mai stati controllati; all’interno della Federazione Italiana Triathlon, sono risultati positivi (2 casi su 4), nella Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica, il 25% è risultato positivo), per quanto riguarda la Federazione Italiana Tiro a Volo una persona su otto è dopata e infine ,non per ordine di importanza, la Federazione Italiana Gioco Squash, anch'essa con il 12,5% di positività.


La solidarietà, la lealtà, la salute, la creatività, l ‘agonismo, lo stare insieme, il lavoro duro passano in secondo ordine, l’ importante è il risultato, non importa con quali mezzi lo si raggiunga. Ben vengano tutti quei frequenti controlli, così chi sbaglia paga.


Spero che quanto detto sia di insegnamento a tutti coloro i quali non credono nella pericolosità di questi farmaci. Ma vale veramente la pena correre un rischio cosi grande?


Se volete stare in forma, impegnatevi con costanza e i risultati prima o poi arriveranno.



Marco Langella 3 C

Quest'articolo (non) è SECCO!


La storia di una lingua è anche storia del "gergo" che, adoperato nella quotidianità, penetra lentamente nel linguaggio scritto fino ad estendersi ai generi letterari. La nostra lingua (l'ITALIANO per chi,ancora, non la conosca), a differenza del latino, che è una lingua "morta", è in continua evoluzione e presenta ogni giorno nuovi modi di dire.
Il linguaggio gergale esiste per due motivi: il primo è quello di sottolineare la propria appartenenza a un "gruppo", il secondo è di rintracciare modi di dire tali da non essere compresi da chi è estraneo al "gruppo"stesso.
L' "argot" abbraccia tantissime varietà: da quella dei "militari" a quella dei politici, dei malavitosi, ma soprattutto dei giovani.
I "modi di dire" dei giovani sono, forse, quelli meno noti agli adulti, ma sono anche quelli in continua e costante evoluzione.
"Errando" per i corridoi  del nostro liceo è impossibile non udire termini o espressioni come "PARIATA BRUTTA", "GAS", "SONO AFFONDATO", "CHE SECCHEZZA", "STRIPPARE", "SCLERARE","È NA FEST" e quant'altro!

Ma cosa si cela dietro queste "criptiche" espressioni?

·        "Pariata brutta": l'espressione è utilizzata per indicare il "fortunato" esito di una situazione molto scomoda come un'interrogazione che si è riusciti ad a evitare. Es. "Wa, l'altra volta me la sono pariata proprio brutta di filosofia!!!".
·        "Gas": è una specie di suffisso che si pone a fine frase, per tradurre un senso di approvazione o di stupore per una situazione accaduta di recente. Es. "Domani si entra alla seconda ora, gasss!"
·        "Sono affondato/mi sono imbarcato": è una delle espressioni più ricorrenti nei nostri corridoi, dal momento che indica il cattivo esito di qualcosa, soprattutto un'interrogazione o un compito! Es. "Sono affondato proprio di chimica, mi è arrivata l'e-mail con i voti, ho preso quattro!". "Domani sono sicuro che ci imbarchiamo tutti di mate, se interroga!".
·        "Strippare": ehm..strippare..beh, vuol dire..ehm..come posso dire..ecco..vuol dire vomitare perché si sta male con lo stomaco! Es. "Wa, quel Visco è proprio uno strippone!".
·        "Sclerare": è  un infinito presente di prima coniugazione, utilizzato in situazioni molto dilettevoli in cui ci si può trovare, di solito, in compagnia o anche per esprimere meraviglia riguardo qualcosa. Es. "Che sclero questo nuovo gioco sul tuo Galaxy S, fammelo provare!!".
·        " È na fest": espressione usata esclusivamente quando a scuola mancano professori e/o si esce prima senza preavviso. Es. "Ragazzi, oggi uscite un'ora prima e alla terza fate sostituzione, quindi fate "i bravi", che mancano la prof. di mate e quella di inglese." "Wa, sta scol è prop nà fest!".
·        "Pariare": è una espressione gergale usata particolarmente in provincia di Napoli come sinonimo del verbo "divertirsi". Il verbo non esiste nella lingua italiana, ma viene molto usato dai giovani per esprimere un divertimento "fine a se stesso", non erudito, "leggero". Secondo Wikipedia, "pariare" è un recente neologismo campano (negli anni '80 non esisteva) con significati differenti: "Pariare"-"divertirsi", "Pariare addosso../pariare su.." - "prendere in giro", "pariare con"- spesso usato nel senso di "baciare". In realtà, il termine pariare nella lingua napoletana significa “digerire”.
Dulcis in fundo,  "CHE SECCHEZZA":  termine molto in voga ormai al nostro liceo. È stato coniato da Mauro di Maio nel corso di una lunga, profonda e  mistica riflessione filosofica ad Ascea. Non si conoscono gli "oscuri" motivi che lo hanno portato a pronunciare queste parole. Il termine dal significato poliedrico viene usato per indicare azioni,  persone o modi di fare squallidi e tristi. Come ci consiglia Mauro, per farci capire meglio il termine, “Mario Carità è una persona secca”.  La secchezza è davvero,però, qualcosa di "controverso", e soprattutto soggettivo, ma non potremmo farne a meno! Contrario dell'essere secchi, non è l'essere grassi.. ma l'essere "massicci". Es. "Quel Marco De Luca è proprio massiccio, che charme!"
Il linguaggio dei giovani può rilevarsi oltre che spassoso anche un utile strumento per colui che voglia capire l'anima di una generazione, che spesso si esprime attraverso metafore, in un gioco sottile tra il detto e il sottinteso, tra il taciuto e il rivelato, così che ogni singolo vocabolo può assumere significati che oltrepassano i confini della parola stessa.



Marco De Luca IVC
Raffaele Attanasio IVA

Te piacè o’ prèsep??

No, la risposta giusta a questa domanda è NO!!! La verità è che oggi noi ragazzi non consideriamo più l’arte di fare il presepe ; e rispondiamo proprio come Tommasino a suo padre nella commedia di Eduardo De Filippo “Natale in casa Cupiello”: “Te piacè o’ prèsep?” “ NO , no e no!”.

Ebbene sì , sono pochi i giovani che continuano quest’antica tradizione, imbrattandosi le mani con la colla, il sughero, il muschio e la farina.

L’addobbo, invece, che in casa non manca mai, nel periodo natalizio, è l’albero di Natale. Anche nelle piazze della penisola sono stati innalzati sottospecie di alberi che riprendono la forma dei coni gelato delle pasticcerie, mentre di un presepio nemmeno l’ombra ! Luminarie colorate pendono sulle nostre teste nelle strade cittadine e dalle vetrine fanno bella mostra di sé le più svariate decorazioni: pupazzetti di neve, palline e l’immancabile Babbo Natale che ci invitano a comprare e ricomprare ogni giorno. Al contrario, insieme ai pastori del presepe è stata chiusa in uno scatolone nella cantina anche la voglia di farlo.

E concludo: “ I ricess’ e megliò ca’ o’ facimme chistu presepe.”



Valentino Scarpati III B

Un passo indietro nel rinascimento: Leonardo Da Vinci


Vico Equense ha ospitato una mostra tutta dedicata a quel genio che è stato Leonardo da Vinci. È stata allestita nei locali del SS. Trinità e Paradiso, al primo piano della struttura.
Ad accoglierci c’era una guida ben preparata, al suo fianco l’autoritratto di Leonardo. Ci ha spiegato il contesto in cui viveva Leonardo e come, essendo figlio illegittimo di un famoso notaio di Firenze, abbia dovuto studiare da autodidatta nella villa del nonno. In seguito ha cominciato a lavorare nella bottega del Verrocchio.
Una delle curiosità che lo riguarda è relativa al suo modo di scrivere: infatti sappiamo che scriveva da destra verso sinistra, e solo con uno specchio riusciamo a leggere ciò che ha scritto. Forse usava questo modo di scrivere perché era un uomo molto riservato. Un’altra curiosità sta nelle sue lettere. Egli si definiva prima di tutto un artigiano, poi un pittore. Era un uomo molto pratico, anche se un gran sognatore, infatti uno dei suoi desideri più vivi era quello di consentire all’uomo di volare. Ma torniamo indietro. Il suo autoritratto è importante perché ci fa capire il modo di disegnare di Leonardo. Il disegno è fatto in sanguigna (uno strumento da disegno, che per il suo colore ricorda quello del sangue), rappresenta lui anziano, non a caso risultano accentuate tutte le rughe intorno ai suoi occhi. Tutto per accentuare lo sguardo, con le pupille non ben delineate, in modo pare ci guardi sempre.
Inoltre abbiamo potuto osservare le numerose macchine da lui ideate, facendo così un tuffo nel passato, nella Firenze del secondo Rinascimento. Tra carrucole, una balestra e un mulino, abbiamo potuto testare noi stessi l’ingegnosità di un uomo che aveva tanta voglia di scoprire cose nuove.
Circa venti macchine sono state riprodotte da artigiani: tutte fatte in legno, corda e cinghia.
Le più interessanti quelle che Leonardo aveva ideato per realizzare il suo sogno: quello di riuscire a far volare l’uomo, come un uccello. Abbiamo potuto osservare un rudimentale paracadute triangolare e dei macchinari che dovevano riprodurre il movimento delle ali degli uccelli.
Abbiamo anche ammirato alcuni disegni fatti dal genio del Rinascimento, che ci mostrano quanto egli ne sapesse in fatto di anatomia umana. La guida ci ha spiegato che una delle sue attività era quella di sezionare i cadaveri (cosa assolutamente proibita dalla chiesa). Dall’osservazione dei corpi sezionati riusciva a capire come fosse fatto il corpo umano. Solo una cosa non comprese: a cosa servisse il cuore. Pensava, infatti, che fosse solo un organo interno che dava calore al corpo.
Nonostante tutto, ancora oggi Leonardo Da Vinci è considerato uno dei geni dell’umanità.
Tutte le sue macchine, tutte le sue invenzioni, sono servite poi in futuro. Fu un vero precursore. Un uomo dotato di grande ingegno, ma soprattutto curioso e assetato di conoscenza.

                                                                                                               Chiara D’Urso IIIG

NO! al Sorrento-tipo


Se, quando aprite l’armadio della vostra camera, la prima cosa che ammirate con occhi “fantasticanti” è la vostra collezione di borse – shoppers – pochette – tracolle Louis Vuitton, Gucci, Prada, Pinko (e chi più ne ha più ne metta),  se la vostra scarpiera straripa, causa ammasso di Hogan, se il MOMO DESIGN è ormai diventato un prolungamento della vostra mano, e se vi sentite a vostro agio solo nel caldo calduccio del Refrigue recentemente acquistato … non leggete quest’articolo: potreste rimanerne molto offesi!
Vorrei parlarvi del fenomeno dello stereotipo sorrentino, il ‘Sorrento-tipo’, di ormai datata nascita, che dilaga sempre di più e sempre più rapidamente. Volete una prova? Nessun problema: basta incamminarsi per le strade del centro, avvicinarsi ai luoghi maggiormente frequentati dai teenager, quali il Corso, Piazza Lauro (principale punto d’incontro cittadino), Cafè Noir e altri (di cui, forse, non conosco nemmeno l’esistenza), per osservare esemplari di questa specie che sta prendendo il sopravvento nella Sorrento di oggi. Sarà che forse, come insegnava Darwin, è geneticamente superiore e resiste meglio ai cambiamenti, come quelli climatici (forse grazie al suddetto Refrigue) o quelli riguardanti il raggiungimento del cibo posto in alto (non allungando il collo come le giraffe, ma indossando le sopracitate Hogan con i loro sei centimetri), ma quando è troppo è troppo! Ragazzi, non vi annoia passeggiare e notare non uno, ma molti individui che indossano esattamente ciò che indossate voi? Non vi secca camminare e sembrare gli invitati ad una festa a tema? Allontanatevi dalla moda dei “vestiti-allo-stesso-modo” e siate voi stessi, anche se questo comporta non corrispondere al vostro status quo. Ciò che cerco di dirvi è che non avere una categoria d’appartenenza, essere, insomma, diversi (almeno un po’)non è un crimine! Certo, voi direte, possedere un’opinione differente vuol dire prima di tutto pensare diversamente, e mi trovate non d’accordo, d’accordissimo, ma è risaputo che la personalità e il carattere si manifestano anche nel modo in cui ci mostriamo agli altri.
Che dire … non siate uno fra tanti, ma l’uno fra tanti!
                                                                                           


                                                                           Ilaria Coppola III B

Ballo Natalizio 2011

AAA cercasi accompagnatrice/ore

E' uno di quei giorni che rimangono impressi nella memoria: da tre anni a questa parte, dagli inizi di dicembre, al Salvemini si respira la magica atmosfera del Ballo di Natale. Porta con sé l’eccitazione dei preparativi, i flirt, la scelta del vestito e dell’acconciatura: chi è già intento a cercare la dama più bella, chi il vestito più elegante, chi pensa al titolo di re e reginetta e chi, invece, si occupa dell'organizzazione e cerca di curare ogni piccolo dettaglio per far sì che anche la Terza Edizione dell'ormai celeberrimo “ Ballo” risulti indimenticabile. Di ormai consolidata tradizione, il Ballo di Natale del Liceo Salvemini e del Liceo Publio Virgilio Marone, introdotto dagli allora nostri rappresentanti d’istituto, Vittorio Mollo, Filippo Attanasio, Andreas Fiore e Davide Rocco, e nato probabilmente come promessa elettorale a fini propagandistici, si è presto trasformato in un evento concreto di straordinaria innovazione. Quest’anno il ballo assumerà un nuovo volto grazie a tante novità e alla scelta di una location esclusiva per un evento di tale portata, l’ Ulisse Deluxe: un’accogliente struttura alberghiera situata nel cuore pulsante di Sorrento, dotata di ogni comfort, con spazi ampi e luminosi uniti ad un arredamento semplice ed elegante. La serata sarà allietata dalla musica e dall’intrattenimento di Piero Aiena con un’ accurata selezione di melodie tipiche dei balli liceali organizzati in America. La proclamazione dei fatidici “Re e Reginetta” proseguirà sulla scia musicale soft e dance del dj Mastromano. Seguendo il “Bon Ton”, il ragazzo inviterà la propria dama e acquisterà il biglietto che vale per la coppia al modico prezzo di €20; ma, se gli uomini rudi e incuranti della galanteria preferiranno rifarsi al “Mal Ton” (non è uno scherzo, esiste anche questo!), che facciano pure … consapevoli, però, delle legnate delle damigelle a cui potrebbero andare incontro! 

Le danze saranno aperte alle ore 21:00: i ragazzi parteciperanno in abbigliamento scuro e formale e le ragazze, in abito tradizionale da sera, potranno far sfoggio della loro eleganza e della loro arte coreutica o, più semplicemente, godere della magica atmosfera, chiacchierando e usufruendo del servizio buffet. Ci sarebbero ancora tante altre novità da svelarvi, ma preferiamo sorprendervi … Ergo, non ci resta che attendere ansiosamente il 21 dicembre per poter finalmente dare inizio alle danze e catapultarci, nel migliore dei modi, nelle tanto meritate vacanze natalizie! 

A.A.A. cercasi accompagnatrice per il sottoscritto. (no perdite di tempo, possibilmente no pagamento) 



Tommaso Vitiello

Incontro con il giudice Ayala


Recita, ma non è un attore;ha una voce profonda, che tocca l’anima, ma non è un cantante;è un duro, un lottatore, ma non è il ring il suo campo di gioco.
All’incontro sulla legalità presso il Teatro Tasso,il 7 dicembre, è lui a fare da relatore, con la partecipazione dell’assessore alla pubblica Istruzione De Angelis,e l’ex governatore del Rotary Club della penisola che ha patrocinato l’evento.
Ma la domanda resta: di chi si tratta?
E’ Giuseppe Maria Ayala, classe ’45, il pubblico ministero che ha collaborato con i magistrati Falcone e Borsellino durante il maxiprocesso del 1987, che ha dato per la prima volta un duro colpo alla mafia (il processo ha visto più di 400 imputati e ben 2665 anni di reclusione assegnati,ergastoli esclusi).
E il suo nemico? Non è affatto da meno.
Con i suoi 150 anni e più, Cosa Nostra si conferma come la più longeva associazione criminale al mondo, compartecipe del potere. La sua presenza è infatti attestata già ai tempi dello sbarco di Garibaldi, e il primo processo contro la mafia risale al lontano 1875. Inoltre sono solidi i suoi legami internazionali, soprattutto con gli U.S.A.
 Ma Ayala non è stato un semplice collega di lavoro di Falcone e Borsellino, si era infatti instaurato tra un loro uno stretto rapporto di amicizia, “specialmente con Falcone”dice Ayala “in quanto il lavoro dell’ufficio dei giudici istruttori del processo va di pari passo con quello del pubblico ministero”. Purtroppo, il problema della criminalità organizzata salta fuori solo quando si consumano omicidi e quando l’attenzione dei media e della popolazione è alta;solo allora scatta lo stato di emergenza,solo allora il parlamento se ne occupa,ma intanto, come scrisse Sciascia, “la linea della palma” sale verso il nord di 500 metri all’anno;era già a Roma e continuava a salire.
E’ per questo che Ayala ha fiducia nei giovani, è impegnato nella divulgazione (ricordiamo la rappresentazione teatrale itinerante: “Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino” che tratta la sua storia),e vuole che si attui un cambio di tendenza, vuole che finisca la duplice consuetudine di scambiare diritti per favori, che finisca la compravendita di voti.
“La mafia –ha aggiunto Ayala- è un fenomeno umano, così la definiva Falcone ,e in quanto tale nasce,cresce,e prima o poi muore. Ed io voglio esserci in quel momento, anche se ho paura di non  riuscirci. Intanto a noi è il compito di accelerare tale processo, accorciando sempre più la vita a questo fenomeno”.
L’intervento di Ayala termina e ci lascia non solo con l’animo in tumulto, la voglia di impegnarci e di mettercela tutta,ma anche con una frase, che egli ricorda dai tempi del liceo e che recita così:
“Il denaro è un ottimo servitore, ma un pessimo padrone” ( F.Bacon )



                                                                                                       Guido D’Auria IV D

La pausa didattica


Ore 19:30 circa:  il consiglio d’istituto è finito, la pausa didattica obbligatoria è una realtà.
Questo periodo di sospensione, previsto in una delle settimane  pre-natalizie, era sempre stato a discrezione dei docenti il che spesso generava confusione negli alunni.
Da quest’anno, invece, tutto cambia:  i professori non possono più negare questa pausa nel periodo che intercorre tra il 12 e il 17 dicembre.
I docenti non andranno avanti con i programmi, ma si concentreranno sulle attività  di recupero dei ragazzi che presentano lacune e, parallelamente, si dedicheranno al potenziamento delle eccellenze.
Non tutti i professori sono soddisfatti della soluzione pausa didattica, tuttavia, a detta della preside, si tratta di un periodo di super lavoro, in cui gli studenti che presentano carenze in determinate materie dovranno darsi da fare per recuperarle. In più si è pensato anche ad un sistema di tutoraggio secondo cui l’alunno più bravo aiuta quello meno bravo.
Nonostante l’opinione della dirigenza, molti professori restano contrari alla pausa didattica, alcuni sostengono che sia semplicemente inadatta alla propria materia; altri, invece, si schierano nettamente contro, sostenendo l’idea che lo studio abbia bisogno di continuità e che durante la pausa gli studenti tendano a non fare nulla.
Sicuramente la pausa didattica è molto utile per gli studenti, anche se è facile constatare nelle classi una certa aria di leggerezza,specialmente da parte degli alunni che non presentano carenze in nessuna materia. Forse è vero che è vista come una settimana di riposo o forse è solo l’aria natalizia che inizia a farsi sentire.
Una cosa è certa: il modo in cui verrà affrontata la pausa didattica quest’anno sarà molto importante poiché se permarrà la sensazione che gli studenti ne approfittino per non fare nulla la dirigenza potrebbe ricredersi sulla sua necessità.


Riccardo Ruocco II B

A.A.A. Cercasi disperatamente Neve


Come “Cronache Sotto Zero” perde credibilità.


27 novembre 2011
Sette candele riflettono la luce sul vetro della finestra, che già da molte ore non filtra più la luce del giorno. Un calendario di Natale sul tavolino è impaziente di essere scoperto ogni giorno sempre di più, fino alla vigilia. Una tazza fumante di Glöggi (tipica bevanda natalizia simile a vino analcolico) con uva passa dentro mi fa compagnia assieme al camino che fischia di contentezza per il calore che il fuoco ardente gli dona. Il sibilo del vento passa proprio dal camino e la pioggia batte forte sulla grata. La tv è accesa e le pubblicità natalizie sono già ben sistemate tra un programma e l’altro.
Tutto questo insieme, unito in un unico mix, costituisce semplicemente la prima domenica d’Avvento qui in Finlandia. “Not so special”: sono le parole di mia madre ospitante riguardo il Natale finlandese. Beh, magari è vero, magari non c’è qualcosa di tipico, o forse è lei che non può vedere la differenza, ma presto la sperimenterò e saprò qual è la verità. Per ora, posso solo dire che i finlandesi aspettano con ansia il Natale, i preparativi iniziano presto e le luci natalizie illuminano già le strade, avvolte dal dolce profumo di Pipari (biscotti alla cannella o zenzero), e circondate da modeste bancarelle con sciarpe, guanti e cappelli fatti a mano e ghirlande di pino. Sono davvero affezionati i finlandesi al loro inverno e al Natale: infatti in finlandese “dicembre” si dice “Joulukuu”, che significa “Mese di Natale”.
 Venerdì, proprio in attesa di questo giorno, il prof di Religione ha letto un passo dalla Bibbia. Eravamo tutti nell’atrio, al buio, illuminati da due semplici file di candele, in silenzio, accompagnati dall’armonia della sua voce. Le finestre della scuola sono ricoperte da immagini sacre rappresentanti la Madonna con Gesù o altro, e con la luce del giorno risplendono come vetrate di chiesa. In mensa, i poster di mucche che pubblicizzano latte hanno un cappello natalizio e anche lì le finestre sono ricoperte da figure di Babbo Natale. Si inizia già a parlare di vacanze, e queste si attendono come ogni studente normale.
Circondata come sono da quella che è per me è atmosfera natalizia anticipata e intensificata, non so cosa sentire. C’è una parte di me che, alla vista di tutte queste meraviglie, si blocca e pensa “Ma dai, non adesso, è troppo presto!” e un’altra parte che già salta dalla gioia e fa il countdown alla vigilia. Probabilmente mi lascerò andare, e butterò giù i paletti che il mio inconscio mette al mio entusiasmo. Sono qui, una mia metà ora è finlandese e, come tale, dev’essere libera di vivere le sue emozioni appieno.  Sarebbe molto d’aiuto la neve, che proprio quest’anno, però, tarda ad arrivare, e si teme il “Mustajoulu”, il Natale Nero, senza luce, senza la luminosità della neve. Intanto un’italiana, più che impaziente di assistere all’affascinante evento,  attende i candidi fiocchi dall’immenso blu.

                                                                                                                                                             Sara Federico (Intercultura)

Che fine ha fatto la tranquillità?


Stop.

Stop alla scuola, stop a Mario Monti, stop all'Europa.

Stop al mare di notizie nefaste che continuano ad arrivare tramite i telegiornali,
stop alle preoccupazioni che causano.
Stop ai discorsi pessimisti di chi ci vuole già spacciati,
stop ai discorsi utopistici di chi pensa troppo in grande.

Stop a compiti e interrogazioni,
stop alle ansie che provocano.
Stop ai brutti voti a scuola.
Magari …

Stop alla solita faticosa routine,
stop alle abitudini e a tutto ciò che si affronta inesorabilmente ogni giorno.
Stop a tutto ciò che annoia,
stop a tutto quello che non si vuole, ma si deve fare.

Prendiamoci tutti un giorno di riposo e dimentichiamoci del mondo che ci circonda.
Facciamo ciò che più ci aggrada , con tranquillità, spensieratezza e piacere.
Viviamo senza pressioni, senza pensieri, senza obblighi.
Poi svegliamoci e affrontiamo i nostri problemi con ancora più forza di volontà.

La verità è che io ho detto stop, ma non riesco più a dire play.



                                                                                                                      Raffaele Mollo IV D


Ask


Come mai ci sono così tante differenze strutturali tra succursale e centrale?


Le ragioni delle differenze strutturali tra le due sedi del nostro liceo sono ovvie: la centrale è una struttura nuova, progettata per essere una scuola, destinata a soddisfare le esigenze dell'utenza, di proprietà dell'Ente Locale che investe per renderla sempre più adeguata ai nostri bisogni; la  succursale è una sede presa in affitto , nasce come sede del seminario arcivescovile, che negli anni abbiamo adattato per svolgervi le nostre attività in modo semprepiùconsono. Credo però che la domanda volesse essere provocatoria e stimolare una riflessione su cosa fare per rendere la succursale un ambiente di apprendimento più piacevole ed idoneo.Un miglioramento può già essere dotare le aule di nuovi strumenti tecnologici,infatti abbiamo nuove attrezzature tecnologiche che , a breve, trasferiremo in succursale.
Per il resto attendiamo le vostre proposte...

José Saramago - Cecità


In una città qualsiasi, in un tempo qualunque, esplode improvvisamente una strana epidemia: le persone che vengono contagiate si ritrovano afflitte da una strana cecità, tutto ciò che riescono a vedere è un bianco lattiginoso. L’epidemia si espande rapidamente e senza controllo, i contagiati vengono richiusi in un ex manicomio, ma il loro numero aumenta in maniera esponenziale. All’interno del manicomio, sconosciuti si ritrovano a vivere fianco a fianco e, a causa della cecità, gli istinti più selvaggi vengono a galla; la sola cosa che conta è la sopravvivenza.
In una situazione di degrado, di brutalità, di egoismo e di crudeltà, l’unica luce di speranza è rappresentata da una donna, la moglie di un medico, che decide volontariamente di farsi rinchiudere nel manicomio per restare con lui; misteriosamente immune dall’epidemia, sostiene e aiuta come può i suoi compagni, ritrovandosi a dover fronteggiare situazioni disumane.
José Saramago, premio Nobel per la letteratura, dipinge un’umanità bestiale, insensibile, la cui cecità cancella ogni ombra di civilizzazione, per dare  spazio agli istinti primordiali. L’autore fa immedesimare con abilità il lettore nella condizione dei ciechi attraverso una punteggiatura quasi assente ed un discorso diretto non sottolineato da alcuna virgoletta, che lascia al lettore, proprio come ad un cieco, il compito di capire a chi appartenga la voce.
Grazie al tempo e al luogo imprecisati e ai personaggi che, dall’inizio alla fine, resteranno senza nome,  l’autore riesce a generalizzare la situazione per dirci che non importa chi siano, quale sia il loro nome o la loro nazionalità: siamo noi, tutti noi, ad essere ciechi!  Saramago tratta con semplicità temi profondi  e importanti  e, con parole che potrebbero sembrare quasi banali, esprime abilmente la sua cruda visione del mondo. Esasperando, ma neanche così tanto, sentimenti e comportamenti che ci appartengono, ci spinge a riflettere sulla cecità di cui diamo prova tutti i giorni: a quanti problemi passiamo accanto senza vederli o fingendo di non vederli? Quanto è valida la nostra moralità, quando siamo sicuri di non essere visti?


Robin Esposito IVB

Gli anni '70

Se hai visto e/o letto Arancia Meccanica, se indossi magliette di Che Guevara, se hai seguito tutta la serie di Happy Days, se almeno una volta hai urlato un’ "Adrianaaaa" alla Sylvester Stallone, se definisci il tuo look "punk" , se hai ballato come Stephanie e Tony ne "La febbre del sabato sera", se la tv che guardi ogni giorni è a colori, se la tua chitarra è una Fender Stratocaster, se hai posseduto uno stereo con impianto Hi-Fi, se guidi una Vespa,se conosci a memoria il testo di "Imagine" di John Lennon, se hai giocato con l'allegro chirurgo o con il cubo di Rubik, sappi che stai tenendo in vita miti nati negli anni '70.
In quegli anni , nei coloratissimi salotti italiani, le radio trasmettevano le ballate di un Claudio Baglioni dalla chioma fluente, successi intramontabili come "il mio canto libero" di Battisti, canzoni dai testi provocatori di Rino Gaetano come la sua celebre " Nuntereggae più" , smielate melodie alla Venditti , Patty Pravo, Fabrizio De Andrè,Renato Zero, Franco Battiato, Giorgio Gaber, Mia Martini, Eugenio Finardi,Cocciante, i Pooh...
E nel resto del mondo?
Negli USA e nel Regno Unito i ragazzi dalle creste colorate e dalle borchie sui jeans ascoltavano il Punk, e tali si definivano. Avevano voglia di urlare che le città in cui vivevano e il sistema che le governava stava loro stretto, e così avevano bisogno di liberarsene; I Sex Pistols, con la loro violenza verbale e musicale, diventarono uno dei maggiori simboli del Punk, immediatamente seguiti dai Ramones e dai Clash.
In ambienti decisamente più tranquilli, si ascoltava uno degli album migliori di sempre :The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd uscì nel 1973 .
All'inizio del decennio I Beatles avevano già cominciato carriere da solisti, ma non si poteva mollare tutto senza un ultimo capitolo. A distanza di un solo anno dal loro ultimo successo "Abbey Road" chiusero la loro carriera in bellezza con "Let It Be",che fu ufficialmente il loro ultimo album.
Ma, ahimè, non a tutti interessava la musica  "colta", quella che si ascolta seduti su una poltrona o stesi sul letto , quella che fa riflettere, quella che insegna, che fa crescere.
Molti preferivano lasciarsi questioni sociali e filosofiche alle spalle , la loro massima preoccupazione era quella di riuscire ad avere la chioma più cotonata possibile , per poterla poi sfoggiare nelle discoteche, dove in quegli anni impazzava appunto la disco-music.
Gli ABBA con "Mamma Mia" fecero ballare milioni di giovani in tutto il mondo, e si contesero la scena con i Bee Gees ( Chi sono i Bee Gees? "Stayin' Alive" dice niente?), i testi erano banali, ma in fondo a chi interessava? L'importante era ballare, era scuotere quelle chiome, muovere quei bacini che reggevano quegli (orrendi n.d.r.) jeans a zampa di elefante.
In quegli anni ,quindi,ci furono svariate scelte musicali seguite da svariati gruppi sociali... e voi, se foste nati in quegli anni, sareste andati in giro a spaccare tutto, sareste rimasti in solitudine nella vostra cameretta a riflettere, o sareste  andati in discoteca con quegli (orrendi n.d.r.) jeans a zampa di elefante?

                                                                                                                         

   Amina Grenci IVD

Flower Power

Allucinati dalle droghe sintetiche in voga, eccoci negli anni '70 a combattere contro la guerra e a distribuire fiori ai poliziotti durante le manifestazioni.
La corrente hippy nasce come rifiuto del mondo borghese e adulto e si trasferisce, in primo luogo, nella moda, nella scelta di camicie arabe e tessuti indiani, di oggetti di un mondo poveri, di gonne larghissime e fatte in casa, accompagnate da capelli lunghissimi alludenti alle capigliature degli Indios e in netto contrasto con i padri, vestiti di grigio e ben rasati.
“Mettete dei fiori nei vostri cannoni” era uno degli slogan hippy e loro cosa pensarono di fare? Di ricoprirsi da capo a piede di fantasie floreali unite a motivi psichedelici. I colori forti come fucsia, verde acido, giallo limone, i fiori enormi o piccolissimi, le linee intrecciate, i cerchi. Questi disegni astratti, colorati e improbabili furono frutto di allucinogeni e di culture orientali, in particolare quella indiana.
Il guardaroba hippy è vario e tutto ispirato da un rifiuto del modello consumistico occidentale. Di seconda mano, comprato nei negozi dell'usato o confezionato in casa con ciò che si aveva. Pantaloni a zampa d'elefante, strettissimi in vita, tanto da impedire quasi il normale funzionamento della vescica, fino al ginocchio da dove poi si aprivano scampanati fino ai piedi, patchwork o jeans, a righe, giacche alla nehru e alla mao, pantaloni e gilet di pelle. Le donne indossavano anche sari e sarong indonesiani, abiti contadini, folk, gonne a strati e salopettes. Ai piedi sandali greci, zoccoli o stivali con la zip. Si indossavano gioielli d'argento indiani, anelli alle dita dei piedi, bracciali alle caviglie, bandane colorate, simboli yin e yang e penne.
Gli hippy erano contro la moda. Rifiutavano il potere di singoli individui di stabilire come gli altri dovevano vestirsi, e rifiutavano di adattarsi a uno standard. Ma la ricerca di autenticità che li porta a creare il proprio stile in modo individuale, rifiutando le leggi della moda, si diffonde nelle proposte degli stilisti. L'industria della moda era vista come una macchina di persuasione che costringeva a rincorrere l'ultima moda e, oggi più che mai, chi potrebbe dare loro torto?



Chiara de Martino IV D    

SAYOOPS

Riparte SAYOOPS, manifesto culturale sorrentino.
Dall'idea di cinque giovani ragazzi della penisola Sorrentina nasceva un anno fa il Progetto "Say Oops". Il Nome, tradotto dall' inglese significa letteralmente "Dici Oops", ovvero : Meravigliati, Stupisciti! La volontà è quella di educare e risvegliare gli animi delle nuove generazioni al culto del Bello e dell' Arte.
Il Gruppo Say Oops si propone di organizzare eventi culturali che spaziano dall' arte Fotografica a quella Pittorica, passando per la Musica,la Poesia e la Scultura.
"Vogliamo invogliare i nostri Coetanei e le Generazioni Future ad una Vita di partecipazione Attiva, di Interessi e Curiosità".
Dopo un breve periodo di stop è tornato online il sito con una nuova veste grafica, nuove sezioni e nuovi collaboratori.
Le sezioni saranno 6:
-Bean Soup.
Letteralmente “zuppa di fagioli”, espressione di opinioni e cultura generale.
-Photobuster
Rubrica sulla fotografia e sul linguaggio visivo.
-Focking’ Music
Rubrica sul mondo musicale.
-Sayoops meets Talents
Interviste a giovani talenti che si esprimono nel campo culturale.
-Paul Newman’s Eyes
Rubrica sul mondo del cinema e del teatro.
-5 Minutes
5 minuti della giornata del lettore, notizie flash, curiosità, video, tutto in 5 minuti.

Speriamo in una rivoluzione (Culturale) !!

www.sayoops.it


Natale De Gregorio (ex alunno Salvemini)

Cerimonials

Sbuca dal nulla, dopo due anni di silenzio, il secondo capitolo della luminosissima carriera della venticinquenne rossa fuoco, Florence. Registrato nel leggendario Studio 3 di Abbey Road, sotto la regia del produttore Paul Epworth, Ceremonials riporta sulle scene della musica inglese e internazionale la cantante indie, accompagnata dall’ensamble The Machine, lo stesso dell’album di debutto Lungs. Rispetto a quest’ultimo,  Ceremonials è un disco più maturo, dalle atmosfere dark, con un’impronta soul. I temi sono gli stessi: amore e morte. La cantante in persona ha detto quanto siano stati i funerali, le chiese e le apparizioni di fantasmi in sogno ad ispirarla. Il suo è, infatti,  un CD riflessivo dove si succedono storie condite di profondità dalla voce della cantante. E’ composto da 12 canzoni, tra le quali spiccano le prime due lanciate Shake it out e No light No light, si susseguono come cerimoniali dell’artista e si intensificano fino ad esplodere drammaticamente verso la fine. Sono capaci di trasportare in un viaggio con la perfetta armonia di arpa, chitarra, basso, batteria e cori gospel. Un gran bel disco insomma, capace di attrarre chi lo ascolta in un dipinto pieno di tinte emozionali. Quindi cosa aspettate? Stendetevi su un prato verde, con le cuffie nelle orecchie e godetevi la rossa fuoco!

                                                                                                           

  Lia Apreda IV L/A

Romanzone (parte seconda)

“Cosa? Doyle avrebbe previsto la sua morte?”

La risata di Robert appare inopportuna “Ammetto di non essermi spiegato bene, scusa, ma mi piace quest’atmosfera misteriosa. Comunque sia ecco, prendi. È il mio libro preferito”

“Sai che non amo leggere, non saprei che farmene e non credo che in questo momento possa aiutarmi”

“Dovresti leggere di più, non mi stancherò mai di ripeterlo. Questa volta, però, non è mia intenzione incitarti alla lettura. Come dicevo è il mio libro preferito: “Uno studio in rosso” di A. C. Doyle. Osserva lo scaffale, Doyle ha scritto molto e circa 10 di questi volumi hanno come protagonista la più grande creazione della sua mente: l’investigatore Sherlock Holmes. “Uno studio in rosso” racconta la sua prima avventura: Holmes incontra il suo futuro aiutante, il dottor Watson, e indaga sull’omicidio di Enoch J. Drebber, ritrovato in una casa disabitata a Kennington Park Gate nelle stesse circostanze in cui è stato rinvenuto il cadavere dello stesso Doyle.”

“Non posso crederci...”

Sotto lo sguardo incredulo del fratello, Robert legge le pagine del libro che descrivono l’omicidio, identico a quello raccontato da Christopher pochi minuti prima, con una sola differenza: la vittima.

“È incredibile! È la perfetta descrizione della scena del crimine. Credi che possa essere un suicidio?”

“Lo escluderei. Perché avrebbe dovuto volere una cosa del genere? Aveva moglie e figli, conduceva una vita agiata, nessuno al posto suo avrebbe compiuto una scelta simile.”

“Se fosse come dici tu, quale pazzo e per quale assurdo motivo avrebbe ucciso un famoso scrittore come lui stesso aveva descritto in un libro?”

“Vendetta”

“Vendetta?!”

“Sì, RACHE, la scritta sul muro, in tedesco vuol dire vendetta.”

“Da quando parli tedesco?”

Robert ride ancora “Nel libro Sherlock Holmes spiega ai due ispettori, intenti a cercare una signorina di nome “Rachele” il significato della parola.”

“Si scopre, poi, chi è l’assassino? Magari potremmo seguire le indicazioni del libro e...”

“Escluderei anche questa ipotesi” taglia corto Robert “hai potuto notare tu stesso quanto la scena del crimine sia simile a quella descritta dal libro. Possiamo dedurre che l’uomo di cui cerchiamo l’identità conosca meglio di chiunque altro Doyle e i suoi scritti. Non cadrà, dunque, negli errori in cui è caduto Jefferson Hope, l’assassino del libro. Sarà difficile trovarlo, questa volta non ti basterà piombare in casa mia, sederti su quella sedia e riflettere con le tempie tra le mani per risolvere il caso.”

“Ne sono consapevole. Magari puoi aiutarmi. Non sarebbe la prima volta e, in questo caso, sei molto più preparato di me.”

“Bene” annuisce Robert indossando il cappotto “è una serata serena e non ho alcuna voglia di restare in casa. Rechiamoci sulla scena del crimine e studiamola meglio che possiamo. In oltre a Kennington Park Gate c’è un ottimo pub, aperto tutta la notte.”

La tranquillità e la fermezza del fratello maggiore riescono, come sempre, a calmare Christopher che, recandosi verso la porta d’uscita, riesce addirittura ad abbozzare un sorriso.




Mariagrazia Aprea IV L/A

Che secchezza!

Sai qual è la pianta preferita dai feticisti? La pianta del piede.



"Ieri mi è scaduto il permesso di soggiorno!!"
 "E adesso come fai?"
"Guardo la tv in cucina".



Ho schiacciato un pisolino.. Ora brontolo mi ha fatto causa.



Se non andate ai funerali degli altri, loro non verenno ai vostri.



Un giorno Gesù va dai suoi discepoli e dice loro:- y=-2x^2+4x-6. (Chi capisce questa è un genio xD )



Un uomo va alla biglietteria di una stazione e dice: "Due per trento" e il bigliettaio: "Sessanto".



"Dottore dottore posso farmi il bagno con la diarrea??"
"Si se riesci a riempire la vasca".



Avogadro non veniva mai invitato alle feste perchè nessuno sapeva il suo numero.



Qual è il colmo per un cuoco?
Piangere per aver finito il riso.



-Mi scusi, ma il rasoio che mi ha venduto non taglia
-Ma come? Ha messo la lama?
-Beh...No
-Lametta



Come si chiama la bambola vegetariana? Barbie-bietola.



Due pecore si guardano negli occhi per interminabili istanti.. poi una fa all'altra: "Beh?"




Marco De Luca IVC
Raffaele Attanasio IVA

mercoledì 4 gennaio 2012

Novembre







Articoli: 

Si sta come d'autunno..

Continuate voi.
Io, ormai, non so più in che modo definire quest’autunno.
Tra crisi economica e spiazzanti scontri di piazza, ho sentito dire ministri e controministri : “Sarà un autunno caldo”.
Per ora hanno indovinato solo dal punto di vista meteorologico: abbiamo avuto giornate primaverili miste a periodi di pioggia e freddo tremendi, e lo dice uno che ama le basse temperature.
Pensandoci, che senso ha parlare di “un autunno che verrà”, se tra poco dicembre scaccerà a calci nel sedere novembre? Mah …

Per quelli che sono già entrati in letargo (cognitivo) da un pezzo, rivediamo cosa è successo in questo mese: il primo numero di Senza Filtro è andato in porto, così come la manifestazione di apertura dell’anno scolastico (e chi ha lavorato “dietro le quinte” come me sa quanti intoppi ci sono stati!).
Anche le elezioni hanno dato il loro verdetto: sono stati eletti rappresentanti d’Istituto Valerio Bartolo, Tommaso Vitiello, Giuseppe Mazzella e Orsola Maddaluno. Il ruolo di Rappresentanti alla Giunta Provinciale sarà ricoperto da Stefano Panico e Mario Carità.
A questi ragazzi, sia io che tutta la redazione, non possiamo che augurare buon lavoro e buona fortuna, per il bene di tutto l’Istituto.
Ma, come ci ha fatto notare il buon Raffaele Attanasio, anche Goku ha ottenuto un discreto consenso, insufficiente però per la vittoria finale.
Onore a lui, ricomincerà ad ammazzare Freezer.

Torniamo, però, a quello che ci aspetta: è imminente l’inizio dei lavori del Comitato d’Istituto e i rappresentanti di classe dovranno sceglierne il Presidente. Quindi altre elezioni!
Inoltre sono iniziate le interrogazioni e i compiti: siamo nel pieno del primo quadrimestre! Siamo pronti a piangere (o bestemmiare) per i primi brutti voti, oppure a santificare i 6.
Prepariamoci allora a lottare, con il coltello tra i denti!
Perché, in fondo, noi studenti siamo in equilibrio tra inferno e paradiso, quando si parla di voti!
Siamo,alla fin fine precari.
Come d’autunno, sugli alberi, le foglie.



Sergio Galano IIIA

Li avete voluti voi...

Avete votato? Avete scritto, dopo quella che – spero– sia stata una lunga e meditata riflessione, i nomi dei due candidati a cui avreste voluto affidare la nostra scuola e con essa il nostro essere studenti? Avete distribuito flyer, avete indossato t-shirt, avete urlato ‘vota *****’, avete cercato di convincere un compagno indeciso, avete letto interviste e fatto domande …
Grazie a dio è tutto finito! Dopo promesse, incitamenti, sorrisi e delusioni ,la scuola ha finalmente ripreso il suo ritmo e la routine è ritornata quella di sempre.

Ma facciamo un passo indietro …
Sono le 13.17 circa di giovedì 27 Ottobre 2011, quando parte il fatidico e tanto sospirato spoglio dei voti. Dopo lunghe settimane, la campagna elettorale , che rimarrà impressa nelle nostre flebili memorie grazie alle piogge di bigliettini, ai “se mi dai la maglietta ti porto”, ai “vota e fai votare” e, perché no, ai dibattiti non poco accesi, ha svelato i tanto, ma proprio tanto attesi nomi dei quattro rappresentanti d’istituto e, anche se con meno eccitazione, quelli dei due rappresentanti della consulta provinciale. Scommesse, bollette e sondaggi – veritieri o no– sono riecheggiati nei corridoi nei giorni immediatamente precedenti al voto, in quanto tutti erano incerti sui risultati e nessuno poteva ritenersi sicuro: la vittoria non era affatto scontata.
Il primo scrutinio è stato quello della consulta studentesca che, nonostante le più di cento schede annullate votanti Vegeta, Goku, la formazione dell’Inter, ma anche frasi come ‘Che secchezza!’ (espressione dall’origine sconosciuta, particolarmente in voga negli ultimi tempi), ‘Ma che votiamo a fare se sono due?’ o ‘ Sono in preda al Panico’, si è concluso con una sorprendente e soprattutto inaspettata vittoria di Stefano Panìco (con l’accento sulla i) con 388 voti e Mario Carità con 289. Allo spoglio per la consulta è seguito quello per la rappresentanza d’istituto. In questo caso, le schede nulle, alcune delle quali indirizzate a fantomatici barattolini di Nutella, a de Marco Luca, alla mamma di Visco o a LuiGGi Mollo, non sono state molte. I dati ci parlano di Valerio Bartolo vincitore con 227 voti e di Tommaso Vitiello che, nonostante questo sia il suo primo anno da candidato, ne ha ottenuti 213. In terza posizione Giuseppe Mazzella (172), seguito da Orsola Maddaluno (103) che eredita la corona di unica donna.

Ma ritorniamo nel presente e poniamoci un interrogativo: questi quattro nuovi rappresentanti, noi li conosciamo davvero?








NOME E CLASSE
Valerio Bartolo IV A        Tommaso Vitiello IIIB        Giuseppe Mazzella VC        Orsola Maddaluno IVE


LISTA IN CUI ERI CANDIDATO/A
       lista 2                                  lista 2                      lista 1 ‘facta non verba’                  lista 1


NUMERO DI VOTI CHE HAI RICEVUTO
        228                                     213                                   172                                     103


NUMERO DI CAFFE’ CHE DEVI OFFRIRE
        227               un bel po’… forse più di 213              172… no, scherzo!                     nessuno!
                                                                           Ho festeggiato la vittoria con gli amici,
                                                                         ma i voti non sono stati dati per sdebitarsi! 

LA PRIMA COSA A CUI HAI PENSATO QUANDO HAI VINTO
che soddisfazione!                    evvai!                      sono stato molto contento.              non ci credoo! 
                                                                       insieme ai miei colleghi avrò finalmente
                                                                             la possibilità di attuare le idee
                                                                             e le proposte del programma. 

LA SECONDA COSA A CUI HAI PENSATO QUANDO HAI VINTO
mi devo assolutamente          la mia famiglia                   adesso sarà difficile                   non ci credo! 
     dare da fare                                                          e si vedranno veramente
                                                                                    le persone che siamo

FESTEGGIA LA VITTORIA CON UN’ESCLAMAZIONE
che c’è voluto!                        evvaaaai!                              è fatta! si!                                evvai!

E CON UNA FRASE AD EFFETTO
chi ben comincia è            sono contento, è una            “salvemini docet omnia!”          è facile arrivare al
 a metà dell’opera         grandissima soddisfazione.           (cavolo, ragazzi,                   successo, è difficile
                                                                                mi sembra Il Gladiatore! ndr)            mantenerlo.  

RINGRAZIA QUELLI CHE HANNO CREDUTO IN TE
Avete fatto la scelta           Ringrazio vivamente           Ringrazio chi ha creduto in me,         Grazie per
giusta. Grazie a tutti           chi ha creduto in me               nella mia lista e in ciò che           la vostra fiducia! 
                                          e nelle mie parole.           abbiamo proposto agli studenti.

DI’ QUALCOSA A COLORO CHE NON TI HANNO VOTATO/A
  Vi rappresenterò            Spero che con le mie            Spero possiate ricredervi        Vi ricrederete e vi
nel migliore dei modi.       azioni cambierete idea.           e, in un prossimo futuro,        dimostrerò di essere 
                                                                                        cambiare opinione.        un’ottima rappresentante.

DEFINISCI UN TUO PREGIO
    disponibilità                           orgoglio                                   volontà                             spontaneità

E UN TUO DIFETTO
sono troppo generoso                orgoglio                                 impulsività                  sono troppo sognatrice

DEFINISCI UN PREGIO DI:
per Valerio Bartolo di Orsola Maddaluno : determinazione
per Tommaso Vitiello di Giuseppe Mazzella: è simpatico … non a caso è mr simpatia no?
per Giuseppe Mazzella di Valerio Bartolo: propositività
per Orsola Maddaluno di Tommaso Vitiello: spontaneità

LA DOMANDA Più STUPIDA CHE TI HANNO FATTO DA QUANDO SEI STATO/A ELETTO/A
Quanto guadagni               non mi hanno fatto                ma sei veramente        sei davvero rappresentante?  
   con il macp?                   domande stupide.                  rappresentante?

UNA DOMANDA INTELLIGENTE CHE TI HANNO FATTO DA QUANDO SEI STATO/A ELETTO/A
realizza i punti del programma    cosa farai per noi?          riuscirai ad attuare            Credi davvero a quello
 (che non è una domanda …                               tutto il tuo programma elettorale?            che fai? 
     ma il senso è quello!)

UN PUNTO DEL PROGRAMMA CHE RITIENI PARTICOLARMENTE IMPORTANTE
una scuola in movimento:      la voglia di rendere              orientamento universitario     Direi l’orientamento.
orientamenti universitari         partecipi tutti e di                    per le classi IV e V:      C’è bisogno di guardare
         e gite.                  rappresentare al meglio la figura             si avvicina                 fuori dall’isola in cui
                                       di portavoce degli studenti.            una scelta difficile.    e molti non sanno neanche
                                                                                                                               com’è fatto il mondo 
                                                                                                                               di fuori, quindi bisogna
                                                                                                                          incominciare a farsi un’idea.  

UNA NUOVA IDEA PER IL SALVEMINI
la produzione di          un Salvemini più vicino              una scuola più                     un fondo libri per chi 
felpe e magliette                a noi giovani                 interattiva e coinvolgent     non ha la possibilità di acquistarli

QUALCOSA DA ‘MODERNIZZARE’
 abbattere le differenze        rendere la scuola un            informare gli studenti       organizzare meglio quelli
fra centrale e succursale    luogo dove non ci si reca    delle possibilità che hanno       che sono i servizi
                                      solo la mattina per studiare    e delle strutture disponibili.  scolastici (igiene, ordine)
                                          ma anche il pomeriggio
                                            per fare ricerche,
                                    trovare un libro in biblioteca,
                                            seguire un corso.

INFINE UN SALUTO AI LETTORI DI SENZA FILTRO
siete simpaticissimi,              Saluto tutti!                       Un saluto ed un abbraccio         Ciao a tutti
     vi saluto tutti.         Senza Filtro sta crescendo,                 a tutti gli amici              e mi raccomando:
                                ma con la vostra collaborazione            di Senza Filtro            siate sempre attivi e
                                         e il vostro interesse                                                   partecipi alla vita scolastica!
                                   può migliorare sempre di più!





Ilaria coppola IIIB