domenica 8 gennaio 2012

Lucrum sine damno alterius fieri non potest (Publilio Siro)

“Farò uscire l’Italia dal tunnel”: sono queste le parole di Mario Monti, di recente nominato presidente del consiglio di questo nuovo governo tecnico. Parole cariche di fiducia e di speranza, anche se gli italiani nutrono ancora forti dubbi, stanchi ormai di vane promesse. Sono “Tempi duri”, quasi come quelli di Dickens, o forse anche di più: sembra che questo nuovo millennio, appena dopo il primo atto, abbia già deciso di calare il sipario. Gli attori, che (per dirla alla Shakespeare) si sono agitati su questo grande palcoscenico mondiale, hanno ormai “raschiato il fondo del barile” ed hanno deciso di abbandonare la scena. E dietro le quinte di quella che poteva sembrare una commedia si è consumato, invece, quel dramma chiamato crisi economica.


La crisi era stata annunciata dalle “profetiche labbra” degli economisti più accreditati, allarmati a ragione dal tracollo finanziario della Lehman Brothers, ma chi non aveva orecchi per intendere non ha inteso. E mentre l’Italia si nascondeva dietro un dito, gli italiani continuavano a credere e a sperare che la crisi non esistesse. Ma quello in cui si spera o si crede non è sempre immagine speculare della realtà, molto più di frequente nei sogni si imbastiscono le più grandi menzogne.
Solo dieci anni dopo “l’alba di una nuova era”, abbiamo già assistito al suo tramonto, e ci stiamo preparando ad una lunga notte. Una notte definita manovra lacrime e sangue. Lacrime che abbiamo già visto sul volto della ministra Elsa Fornero alla parola “sacrifici” e che troppo presto assaporeranno molti italiani per il bene dello Stato. Ed è solo l’inizio di un nuovo governo che ha tutta l’aria di sapere quello che fa e che dice, e forse proprio per questo ci spaventa ed impensierisce.
La Gelmini ci assicurò che i neutrini erano usciti dal fantomatico tunnel, ma noi usciremo dal tunnel?




Verena Gargiulo VD

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