domenica 8 gennaio 2012

A.A.A. Cercasi disperatamente Neve


Come “Cronache Sotto Zero” perde credibilità.


27 novembre 2011
Sette candele riflettono la luce sul vetro della finestra, che già da molte ore non filtra più la luce del giorno. Un calendario di Natale sul tavolino è impaziente di essere scoperto ogni giorno sempre di più, fino alla vigilia. Una tazza fumante di Glöggi (tipica bevanda natalizia simile a vino analcolico) con uva passa dentro mi fa compagnia assieme al camino che fischia di contentezza per il calore che il fuoco ardente gli dona. Il sibilo del vento passa proprio dal camino e la pioggia batte forte sulla grata. La tv è accesa e le pubblicità natalizie sono già ben sistemate tra un programma e l’altro.
Tutto questo insieme, unito in un unico mix, costituisce semplicemente la prima domenica d’Avvento qui in Finlandia. “Not so special”: sono le parole di mia madre ospitante riguardo il Natale finlandese. Beh, magari è vero, magari non c’è qualcosa di tipico, o forse è lei che non può vedere la differenza, ma presto la sperimenterò e saprò qual è la verità. Per ora, posso solo dire che i finlandesi aspettano con ansia il Natale, i preparativi iniziano presto e le luci natalizie illuminano già le strade, avvolte dal dolce profumo di Pipari (biscotti alla cannella o zenzero), e circondate da modeste bancarelle con sciarpe, guanti e cappelli fatti a mano e ghirlande di pino. Sono davvero affezionati i finlandesi al loro inverno e al Natale: infatti in finlandese “dicembre” si dice “Joulukuu”, che significa “Mese di Natale”.
 Venerdì, proprio in attesa di questo giorno, il prof di Religione ha letto un passo dalla Bibbia. Eravamo tutti nell’atrio, al buio, illuminati da due semplici file di candele, in silenzio, accompagnati dall’armonia della sua voce. Le finestre della scuola sono ricoperte da immagini sacre rappresentanti la Madonna con Gesù o altro, e con la luce del giorno risplendono come vetrate di chiesa. In mensa, i poster di mucche che pubblicizzano latte hanno un cappello natalizio e anche lì le finestre sono ricoperte da figure di Babbo Natale. Si inizia già a parlare di vacanze, e queste si attendono come ogni studente normale.
Circondata come sono da quella che è per me è atmosfera natalizia anticipata e intensificata, non so cosa sentire. C’è una parte di me che, alla vista di tutte queste meraviglie, si blocca e pensa “Ma dai, non adesso, è troppo presto!” e un’altra parte che già salta dalla gioia e fa il countdown alla vigilia. Probabilmente mi lascerò andare, e butterò giù i paletti che il mio inconscio mette al mio entusiasmo. Sono qui, una mia metà ora è finlandese e, come tale, dev’essere libera di vivere le sue emozioni appieno.  Sarebbe molto d’aiuto la neve, che proprio quest’anno, però, tarda ad arrivare, e si teme il “Mustajoulu”, il Natale Nero, senza luce, senza la luminosità della neve. Intanto un’italiana, più che impaziente di assistere all’affascinante evento,  attende i candidi fiocchi dall’immenso blu.

                                                                                                                                                             Sara Federico (Intercultura)

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