mercoledì 4 gennaio 2012

Think different!


Girocollo nero, jeans e sneakers bianche.
Questa era la divisa di Steve Jobs, co-fondatore di Apple Inc.,azienda di punta del mercato hi-tech, con sede a Cupertino in California, durante tutte le conferenze per il lancio dei suoi prodotti: gioielli della tecnologia,connubio perfetto tra design e prestazioni.
Prodotti con un successo tale da rendere Apple, a fine luglio 2011, più ricca del governo USA con una liquidità di ben 76.2 miliardi!
Prodotti di tale impatto da creare un trend, da muovere un’intera generazione, un’economia mondiale, anche solo per l’immancabile prefisso “i” che caratterizza tutti i nomi dei prodotti (iPhone, iPad ecc.)
 Purtroppo, le cattive condizioni di salute di Jobs, colpito da un tumore maligno al pancreas, lo hanno costretto il 24 agosto 2011 a lasciare il posto di Ceo (amministratore delegato) al suo stretto collaboratore, Tim Cook, continuando però a rimanere nell’azienda nella figura di direttore amministrativo.
“Apple ha perso un genio visionario e creativo,e il mondo ha perso una persona straordinaria”:è questo il tributo al co-fondatore di Apple pubblicato sul sito web dell’azienda nei giorni successivi alla sua scomparsa.
E’ stata, infatti, la stessa Apple, il 5 ottobre 2011, a rilasciare un sentito comunicato con il quale annuncia la scomparsa del brillante innovatore, proprio nel giorno successivo alla presentazione dell’ultimo gioiello della casa di Cupertino:l’iphone 4 S ribattezzato poi dagli utenti della rete “4 Steve”.
Sarà per questa improvvisa scomparsa, che ha avuto un eco mondiale e che ha fatto fermare noi tutti, o forse sarà per gli accurati studi dei tecnici Apple, intanto, in soli tre giorni dall’uscita dell’ultimo smartphone con la mela sono stati venduti ben 4 milioni di esemplari, e ben più di un milione sono state le prenotazioni online.
Non sono però tardate ad arrivare le critiche, innescate il 6 ottobre da un articolo del Gawker, famoso blog statunitense, recante come titolo: «Steve Jobs non era Dio».
Delle critiche che, convogliate attraverso i mezzi di comunicazione che lo stesso Jobs aveva contribuito a migliorare, e riprese all’interno della biografia ufficiale appena pubblicata (redatta da Walter Isaacson.) mettono in evidenza il suo lato tirannico, di sostenitore del capitalismo tecnocratico, di avido amministratore delegato e di “sociopatico”.

Forse saranno stati realmente questi i tratti caratteristici del suo agire o forse no.
Ma, alla fine, Ser Ciappelletto non fu proclamato comunque santo?


 Guido D’Auria IVD

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