Girocollo nero, jeans e sneakers
bianche.
Questa era la divisa di Steve
Jobs, co-fondatore di Apple Inc.,azienda di punta del mercato hi-tech, con sede
a Cupertino in California, durante tutte le conferenze per il lancio dei suoi prodotti:
gioielli della tecnologia,connubio perfetto tra design e prestazioni.
Prodotti con un successo tale da
rendere Apple, a fine luglio 2011, più ricca del governo USA con una liquidità di
ben 76.2 miliardi!
Prodotti di tale impatto da
creare un trend, da muovere un’intera generazione, un’economia mondiale, anche solo
per l’immancabile prefisso “i” che caratterizza tutti i nomi dei prodotti (iPhone,
iPad ecc.)
Purtroppo, le cattive condizioni di salute di
Jobs, colpito da un tumore maligno al pancreas, lo hanno costretto il 24 agosto
2011 a lasciare il posto di Ceo (amministratore delegato) al suo stretto
collaboratore, Tim Cook, continuando però a rimanere nell’azienda nella figura
di direttore amministrativo.
“Apple ha perso un genio
visionario e creativo,e il mondo ha perso una persona straordinaria”:è questo
il tributo al co-fondatore di Apple pubblicato sul sito web dell’azienda nei
giorni successivi alla sua scomparsa.
E’ stata, infatti, la stessa Apple,
il 5 ottobre 2011, a rilasciare un sentito comunicato con il quale annuncia la
scomparsa del brillante innovatore, proprio nel giorno successivo alla
presentazione dell’ultimo gioiello della casa di Cupertino:l’iphone 4 S
ribattezzato poi dagli utenti della rete “4 Steve”.
Sarà per questa improvvisa scomparsa,
che ha avuto un eco mondiale e che ha fatto fermare noi tutti, o forse sarà per
gli accurati studi dei tecnici Apple, intanto, in soli tre giorni dall’uscita
dell’ultimo smartphone con la mela sono stati venduti ben 4 milioni di
esemplari, e ben più di un milione sono state le prenotazioni online.
Non sono però tardate ad arrivare
le critiche, innescate il 6 ottobre da un articolo del Gawker, famoso blog
statunitense, recante come titolo: «Steve Jobs non era Dio».
Delle critiche che, convogliate
attraverso i mezzi di comunicazione che lo stesso Jobs aveva contribuito a
migliorare, e riprese all’interno della biografia ufficiale appena pubblicata (redatta
da Walter Isaacson.) mettono in evidenza il suo lato tirannico, di sostenitore
del capitalismo tecnocratico, di avido amministratore delegato e di “sociopatico”.
Forse saranno stati realmente
questi i tratti caratteristici del suo agire o forse no.
Ma, alla fine, Ser Ciappelletto
non fu proclamato comunque santo?
Guido D’Auria IVD
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