giovedì 1 dicembre 2011

Meno bavagli, meno sbagli

“Legge bavaglio, ovvero stupidità al potere”
“Legge bavaglio, si può davvero censurare la rete?”
“Legge bavaglio, pronti a non rispettarla”

Chiunque abbia acceso radio, televisione o  pc negli ultimi giorni riscontrerà una familiarità eccezionale nel riconoscere titoli simili a quelli sopracitati. L'ennesima legge pronta a scoraggiare migliaia di italiani, questa volta però andando ad interessare anche una fascia di individui, quella degli studenti appunto, che di leggi (almeno per la maggior parte) se ne infischia beatamente. Questa “legge bavaglio” riesce paradossalmente a possedere un risvolto positivo, visto il periodo che si sta attraversando, pieno fino all'orlo di maldicenze e questioni riguardo il malfunzionamento del governo, spingendo ad interrogarsi anche ragazzi e adolescenti sui problemi dell'Italia e, se possibile, pensare a come uscirne illesi e con benefici per tutti.
Ma si tratta pur sempre di ragazzi, la cui maturità non ha ancora raggiunto l'apice della sua grandezza, per i quali il danno maggiore apportato da questa legge è stata la sparizione momentanea delle pagine di Wikipedia, e della conseguente eliminazione della tipica “ricerca su internet” tanto amata da noi studenti. La situazione è fortunatamente tornata alla normalità dopo pochi giorni, anche se solo provvisoriamente, in vista di alcune modifiche al disegno di legge, che riguardava la questione, che verranno discusse prossimamente.
Quello su cui ci dobbiamo interrogare, e di cui dobbiamo informarvi, è l'effettivo funzionamento della legge bavaglio e del comma 29, anche noto come “comma ammazza blog”. Visto che né io, né voi abbiamo voglia di perdere tempo con magagne tecniche e noiose precisazioni, possiamo affermare rapidamente che la legge Mastella (così denominata perchè figlia dell'ex ministro di grazia e giustizia Clemente Mastella) interessa le intercettazioni, la cui discussione è così accesa negli ultimi tempi, la loro diffusione e le modalità in cui esse posso venir svolte. Quello che interessa Wikipedia, e più in generale testate non giornalistiche, è il fatto che non possano essere pubblicate intercettazioni prima dello svolgimento dell'udienza che le richiede, rendendo così inutile il lavoro svolto dall'enciclopedia libera, portatrice di un <<sapere libero e neutrale>>. Il sito ha deciso di auto-oscurarsi, in attesa delle modifiche al disegno di legge che avverranno tra pochi giorni, ma la protesta è già partita e si è espansa per tutto il web.
È la fine del sapere e del pensiero libero? Si tratta di un'altra manovra di un governo teso solo a controllare i propri sudditi? O si tratta solo di una paranoia pronta a svanire in breve tempo?
A voi la risposta, possibilmente senza avere bavagli sulla bocca

.                                                                               Raffaele Mollo IVD

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