giovedì 15 dicembre 2011

Liceali

Cos'è la nostra scuola?
Per tutti è un dovere.
Almeno lo è per centinaia di studenti che ogni giorno varcano la stessa porta, con timidezza, ardore, superbia. Per quelli che hanno bene impressi nelle loro menti i celebri versi danteschi “Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate”, usati per classificare la scuola tra le cose più negative del mondo giovanile. Per coloro che, penando di fronte a verifiche dagli esiti non proprio eccezionali, si abbattono, magari pensando che forse hanno scelto l'indirizzo di studi sbagliato. Per gli studenti, insomma, di un Liceo ritenuto difficile.

Per molti è un'opportunità.
E’ così per decine di studenti che guardano con stupore a tutto il sapere che potranno padroneggiare grazie alla loro scelta. Per quelli che cercano di trovare sempre il lato positivo di ciò che studiano, spesso riuscendoci. Per coloro che si impegnano con buona passione in ciò che fanno, ne colgono tutti gli aspetti interessanti e ne fanno tesoro, arricchendo una cultura sulle prime limitata, ma in crescente espansione. Per studenti, insomma, di un Liceo difficile sì, ma soddisfacente e ricco di insegnamenti.

Per alcuni è una necessità.
Lo è per un buon numero di studenti tesi a formarsi culturalmente e intellettualmente nella scuola scelta da loro, reputata la più adatta a perseguire tale scopo. Per coloro che cercano di assimilare quanto più possibile ogni singolo concetto, che trovano sulla propria strada scolastica, perché possa servire in futuro ed aiutarli in un qualsivoglia ambito. Per quelli che trovano in questo ambiente il principale tramite tra loro e la società, in cui vogliono entrare preparati e motivati. Per gli studenti di un Liceo completo, da cogliere in ogni sua minima sfaccettatura.

Per altri, invece, è un piacere.
Non si sa quanti siano, e qualcuno ha addirittura paura ad ammettere che siano tanti. Per loro la scuola è una seconda casa, un luogo di incontro e di dialogo. Sono ragazzi prima ancora di essere studenti, e affrontano la dura realtà scolastica con spensieratezza e tranquillità. Non sono importanti i risultati, quanto la voglia e l'impegno che hanno profusi per raggiungere un certo obiettivo. Non è detto che siano quelli che imparano di più, ma sono probabilmente quelli che lo fanno meglio, mettendoci spirito e dedizione nella maniera più adatta. Sono studenti di un Liceo che considerano loro.

È il quarto anno che varco la stessa porta, e ogni giorno sono uno studente diverso.



Raffaele Mollo IV D

Mia esperienza

Ciao a tutti,
Sono uno studente straniero e vengo dal Belgio. Dalle Fiandre per essere esatto. Adesso sono qua da 2 mesi e tra un meso devo partire dall' Italia per tornare a casa. Penso che è un pecatto perché Italia è molta bella. Ma mi mancano le mie patatine fritte del Belgio e anche le birre belghe. Ho imparato molte cose come '' l'essere è e non puo non essere, il non essere non è e non puo essere', che la Circumvesuviana non arriva mai in orario e come mangiare pizza napoletana alla 'napoletana''. Penso che è meglio smettere scrivere. Ma... Aspettate ho dimenticato, mi chiamo Sander Placke e adesso sono in IIIB con Vitiello Tommaso, il representante d'instituto. Comunque questa esperienza mi è piacuto tantissimo e quando tornerò in Belgio penserò a questi giorni con felicito.


Sander Placke

Terve Salvemini!

Qui è la vostra inviata speciale, che vi parla direttamente dalla Finlandia, pronta a darvi notizie sotto zero! Stamane il termometro mi ha augurato buongiorno con i suoi stuzzichevoli -2 gradi, mai avvertiti in Italia!
Spero che siate abbastanza interessati a tuffarvi nel mio nuovo mondo, perché scoprirete cose mai sentite.
Innanzitutto, la prima sorpresa è la Finlandia in sé. Molti, tra cui anche io prima di arrivare qui, non ne avevano sentito parlare così frequentemente come di altri paesi. Per la sua lontananza e la poca informazione, ci si figura un paese abitato dal nulla, con la neve, gli orsi polari e le foreste come popolazione.

Ragazzi, sono qui per dirvi che la Finlandia è molto di più. Molto di più, tanto che tutte le parole non potrebbero racchiudere come fanno i miei occhi, se non a stento. Quando ci si sente soffocare, quando ci si sente oppressi dalla pesantezza della quotidianità, quando si avverte che c’è qualcosa che non va, si sente anche il bisogno di uscire di casa e “prendere semplicemente una boccata d’aria”. Sembra proprio che io sia arrivata nel posto giusto per prendere la mia boccata d’aria, pura ed incontaminata. La Finlandia è più verde di quanto mi aspettassi. Non solo perché riserva più spazio a foreste e parchi, e non a grandi edifici e grattacieli, ma anche perché le case sembrano costruite per essere adattate alla natura e non viceversa. Per non parlare del cielo, sembrerà una stupidaggine, ma qui è più grande! Infine, chiamatemi pazza, forse l’avete già fatto, ma lo farete di nuovo, eppure vi dico che qui, in Finlandia, AMO ANDARE A SCUOLA!
Sapete, cambiare aula ad ogni ora, la durata delle lezioni di 45 minuti, la mensa, tutte queste cose, all’inizio, mi sembravano molto “all’americana”. Ma poi ho realizzato che forse questa organizzazione è molto più efficace. La scuola significa davvero divertimento qui. Ci si va per apprendere in maniera efficiente e in funzione delle proprie capacità e passioni. Ma non pensate che sia una passeggiata, è comunque impegnativo. Il bello è che lo è in maniera piacevole! Se mai il problema è che i finlandesi sono un po’ pigri o, giustamente, si lamentano come ogni studente farebbe della propria scuola. E a questo punto i miei sospiri dicono: “Ah, ce l’avessimo noi, in Italia, tante possibilità!” e un attimo dopo mi ritrovo a smantellare le fondamenta della scuola per portarla con me, al ritorno. So che non si può, infatti il mio obiettivo è caricarmi in spalla più cose possibili, e cercare di fare poi la differenza. Così quest’esperienza non sarà utile solo per me, ma per tutti. E avrò bevuto fino all’ultima goccia di questo boccale, che si riempie più e più e intanto diventa sempre più grande. Aumentano le cose da raccogliere, cresce anche il dove le metti dopo averle raccolte! Beh, non voglio esaurire tutti gli argomenti. Sarò ancora qui il prossimo mese e spero anche voi sarete lì a leggermi! Se siete incuriositi da qualcosa, sentitevi totalmente liberi di porre questioni, anche stupide! Heippa

Sara Federico

Ascea 2011: un'esperienza "massiccia"

Confronto, crescita, divertimento. 825 persone, diverse e unite da un fattore comune: la voglia di sfuggire alla monotonia quotidiana, per dedicarsi all’approfondimento della filosofia attraverso lo svago. 115 studenti del Nostro Istituto hanno potuto vivere tutto questo!
Dal 20 al 23 Ottobre 2011, ad Ascea Marina, si è svolto, come di consuetudine da quattro anni a questa parte, il Festival della Filosofia in Magna Grecia; evento ricco di attività, incontri e laboratori, che riunisce gli studenti del triennio di disparati licei provenienti da tutta Italia.
Tema di quest’edizione, “l’ Alétheia”, lo svelamento: conoscere sé stessi e scoprire le proprie potenzialità.
Che siate dei magnanimi filosofi o normali adolescenti, che abbiate solo voglia di studiare o semplicemente di divertirvi, il Festival soddisfa le volontà di ognuno e si presenta come un importantissimo evento per nutrire, o anche far nascere l’amore per la materia, per il libero pensiero, per la capacità che ognuno possiede di divagare con la propria mente verso idee e concetti sempre più grandi e forti.
Tutto questo viene reso possibile al di fuori delle aule scolastiche e delle pagine di un libro, trasformando quella che per qualcuno può sembrare una comune e noiosa disciplina, che si è obbligati a studiare, in una straordinaria occasione per guardare dentro sé stessi, cercare ciò che si è, riuscire a tirarlo fuori.
Gli incontri del festival sono un invito a non coltivare la filosofia dentro di sé, ma ad applicarla nella vita di tutti i giorni; un'esortazione a non farla diventare mero nozionismo accademico, ma un qualcosa che possa essere fondamentale per plasmare il nostro modo di pensare ed agire in modo da migliorare, a partire dal proprio piccolo, i rapporti sociali e la realtà che ci circonda.
Grazie alle passeggiate filosofiche, ai dialoghi e ai laboratori a cui abbiamo partecipato, abbiamo ricevuto uno stimolo per interrogare noi stessi sulla vera essenza del nostro Essere.

Durante le passeggiate, dei bravissimi attori ci hanno permesso di incontrare Parmenide, Socrate, Zenone, di vederli, di poter ascoltare quello che vogliono trasmettere, seguire i loro pensieri, di assistere a come , tra leggenda e storia, righe di un testo letto o studiato, possano mutarsi in uomini reali che suscitano stupore e curiosità, che parlano, urlano e si muovono concreti davanti ai nostri occhi.
Poi la palla passava a noi durante i laboratori, toccava a noi adesso fare filosofia:
attraverso il teatro, abbiamo potuto afferrare la difficoltà di esprimere un’emozione, un movimento, un suono e riflettere sulla complessità del nostro corpo, delle nostre espressioni, di riuscire a manifestare stupore solo nel vedere un’altra persona, prima guardando dentro e fuori noi stessi per essere capaci di guardare gli altri;
con la danza, invece, abbiamo compreso l’importanza di un gesto, abbiamo imparato ad esprimere emozioni solo con i movimenti, per ottenere equilibrio fra la mente e il corpo;
con le parole le nostre idee assumevano forme e suoni, e si fondevano armoniosamente insieme a creare poesie;
attraverso la pratica dello Yoga abbiamo imparato ad ascoltare noi stessi e gli altri grazie alla sperimentazione di tecniche volte all’osservazione dei nostri stati d’animo e delle nostre emozioni e a rilasciare lo stress fisico, mentale ed emotivo, al fine di esprimere il meglio delle nostre potenzialità;
abbiamo acquisito i rudimenti della musica, del canto ed imparato ad usare strumenti musicali, a conoscerli e ad associare i suoni prodotti ai nostri stati d’animo;
infine, ci siamo svelati e, attraverso la condivisione dei nostri valori, bisogni e desideri abbiamo abbattuto il muro della timidezza e della paura , raggiungendo una maggiore consapevolezza di noi stessi e una migliore comprensione degli altri.
Tutto ciò che abbiamo appreso durante questi tre giorni è stato messo in scena al termine di questa magnifica esperienza durante la manifestazione di chiusura dei Laboratori Filosofici: in un enorme cerchio umano, tutti noi siamo stati spettatori e contemporaneamente protagonisti di uno spettacolo variegato di suoni, danze, parole e poesie, recitazione e yoga ,in una meravigliosa atmosfera di allegria e festa. Insomma, ragazzi, per utilizzare un termine rappresentativo di Ascea 2011, potremmo dire che si è trattata di un’esperienza “massiccia”: indimenticabile ed unica nel suo genere ! Un grande grazie da parte di noi tutti va ai docenti di Filosofia che ci hanno permesso, con la loro disponibilità e voglia di trasmettere l’amore per la Filosofia, di arricchire il nostro bagaglio esperienziale.

Tommaso Vitiello, Orsola Maddaluno

mercoledì 14 dicembre 2011

Scia Rossa

Lava col sangue quella scura vergogna
Con forza suprema prepara la gogna
Distrutto oramai è il suo futuro
Ed i suoi sogni infranti su un muro

Lava col sangue quel tenero amore
Nell’orbite vuote traspare terrore
Si spegne così la scintilla di vita
Persa è nel tempo nel vuoto smarrita

Lava col sangue il suo nero peccato
Piange in silenzio quel bimbo mai nato
Piega convinta della sua decisione
Quell’anima nuda senza dimensione

Lava col sangue quel folle livore
Pentita soffre un simile errore
Ode una voce abbassa la lama
Sente le braccia dell’uomo che ama



Verena Gargiulo
Vincitrice concorso "La voce della'anima", categoria poesia 

Ask



SenzaFiltro apre una nuova rubrica, "Ask", nella quale ognuno è libero di porre una domanda circa la scuola e l'organizzazione dell'istituto alla preside, allo scopo di chiarire eventuali dubbi o incertezze.




La scuola ha intenzione di rendere accessibili informare gli studenti sulle strutture pubbliche disponibili (laboratorio scientifico,informatico, linguistico, biblioteca)? 


Mi spiace che gli studenti abbiano la percezione che le strutture scolastiche non siano accessibili, in quanto credo che tali investimenti siano stati fatti proprio nel loro interesse e per facilitare e migliorare il loro processo di apprendimento. Ritengo che le nostre strutture siano tutte a disposizione degli alunni, anche se il laboratorio scientifico presenta ancora qualche piccolo problema connesso alla sicurezza,ma si spera di risolverlo al più presto, infatti ho già sollecitato il Comune e la Provincia di provvedere per la parte di loro competenza. Certo è che gli alunni non possono recarsi da soli nei vari laboratori, poiché le attività didattiche da svolgersi devono essere programmate dal docente.

Per favorire tale utilizzo ho pregato i vari Responsabili dei laboratori di predisporre un calendario di prenotazione settimanale da affiggere all’esterno del laboratorio, così ciascun docente potrà prenotarsi autonomamente senza troppa burocrazia . Per quanto riguarda la Biblioteca, ho deciso di affiancare al prof. Falcone un’assistente amministrativa,la sig.ra Elvira, che garantirà alcune ore di apertura della biblioteca in alcuni giorni sia di mattina che di pomeriggio. Mi rendo conto che non sono grandi miglioramenti né innovazioni significative ma ancora devo conoscere profondamente la realtà del liceo e le sue problematiche, perciò mi sto muovendo a piccoli passi ma costanti. Comunque, sono certa che con il vostro aiuto ed i vostri suggerimenti riusciremo a migliorare la nostra scuola.

Prof.ssa Patrizia Fiorentino




ANCHE VOI AVETE QUALCOSA DA CHIEDERE ALLA PRESIDE? NON SIATE TIMIDI...
SCRIVETE A salveminisenzafiltro@gmail.it
ASPETTIAMO LE VOSTRE DOMANDE!

Laboratorio di chimica: leggenda metropolitana o verità?

Il nostro è un liceo Scientifico e, come tale, dovrebbe essere all’avanguardia e dotato di buone tecnologie (almeno così appare dalle tante presentazioni che sono state fatte). Si dice in giro che esista un laboratorio di chimica. Ma è vero? Se sì, dov’è?
In questi giorni, nei corridoi, ho chiesto a destra e a manca a vari studenti cosa ne sapessero di questo fantomatico laboratorio di chimica. Le risposte sono state più o meno le stesse.
“Esiste un laboratorio di chimica?”, “Io non ne so nulla, dov’è?”, “Non sapevo ci fosse un laboratorio di chimica … Perché non ci andiamo mai?”. Per non parlare di alcune facce perplesse che mi sono ritrovata di fronte.
Proprio come previsto.
A questo punto ho chiesto al professore Augusto Festino notizie sul nostro caro laboratorio. Grazie a lui abbiamo fatto luce sul mistero.
Il laboratorio di chimica esiste! Per chi non lo sapesse, si trova nella sede centrale, accanto all’aula magna (davanti alle ultime scale per la palestra). È stata una scoperta anche per me. Appena ho saputo, scendendo in palestra, ho fatto caso a quello che mi era stato detto, ebbene sì, il laboratorio c’è. Nulla di inventato.
Adesso posso dirvi che è stato collaudato alla fine dello scorso anno scolastico, e non è ancora entrato in funzione a causa di alcuni controlli alle apparecchiature non ancora effettuati. Ci saranno mai questi controlli? Riusciremo a fare qualche lezione in laboratorio?
Spero, come tanti altri studenti, di sì. Spero anche che i professori si preoccupino di far controllare il laboratorio, così che noi studenti potremo dire: “Anche noi abbiamo un laboratorio di chimica!”
Allora, che fare? Speriamo che per il secondo quadrimestre il laboratorio sia funzionante, e che tutti noi potremo usufruirne. Credo che piacerebbe un po’ a tutti trascorrere un’ora di lezione diversa in laboratorio.
Beh, allora il laboratorio di chimica non è solo una leggenda metropolitana, ma una realtà. E adesso, amici dalla faccia perplessa, potete rispondermi se mai vi chiederò dove sia!


Chiara D'Urso IIIG 

Breve relazione sulla Biblioteca d'Istituto

La Biblioteca d’Istituto del Liceo Scientifico “G. Salvemini” è costituita da circa quattromila volumi di ogni genere ed argomento, custoditi in armadi metallici attualmente dislocati parte lungo il corridoio del primo piano della sede centrale, parte nella nuova aula magna/sala video e conferenze al piano interrato; in particolare, in quest’ultimo locale sono conservati romanzi, raccolte poetiche e testi teatrali, nonché la videoteca in DVD, mentre le videocassette, in attesa di essere riversate anch’esse sui nuovi supporti digitali, sono per il momento racchiuse in due vecchi armadi a vetro nel corridoio del piano terra. Questo evidente disordine logistico è dovuto ai recenti lavori di ristrutturazione dell’edificio scolastico della sede centrale, i quali hanno comportato la demolizione del locale precedentemente adibito a biblioteca e lo spostamento di tutti i volumi in varie sedi provvisorie nell’attesa di una definitiva, organica e razionale sistemazione in un locale apposito, a tutt’oggi non ancora individuato.

Dell’intero patrimonio librario ed audiovisivo è stato realizzato negli anni un archivio informatico con schede dettagliate ed aggiornate fino agli ultimi acquisti effettuati tra giugno e luglio scorsi. Ciascuna scheda fornisce ogni utile informazione sul relativo libro, cioè il soggetto (ad esempio “Prosa e narrativa”, “Poesia”, “Teatro”, “Letteratura”, “Storia”, “Filosofia”, “Saggistica”, “Matematica”, “Fisica”, “Scienze”, “Arte”, etc.), il titolo (completo di eventuale sottotitolo), l’autore, il numero delle pagine, l’anno di edizione, il titolo originale (nel caso di testi tradotti da lingue straniere), la collana, il costo in euro (o in lire per i volumi pubblicati prima del 2001), nonché una sezione conclusiva di “Note” contenente ulteriori notizie accessorie, ma non meno utili: caratteristiche del volume, nome del curatore o del traduttore, presenza di eventuali illustrazioni, appendici al testo, bibliografia, apparato critico, indici; di molti romanzi, poi, soprattutto dei più recenti, le schede forniscono anche una breve sintesi dell’argomento e cenni biografici sull’autore (specialmente se poco conosciuto).

A tutte queste informazioni, a cominciare da autori e titoli dei libri presenti nella Biblioteca d’Istituto, è possibile accedere con grande facilità semplicemente connettendosi via Internet, dunque anche da casa, al sito ufficiale del liceo “Salvemini”, il cui indirizzo è, per quei pochi che ancora non lo sapessero, www.salvemini.na.it . Nella parte bassa della home-page (al di sotto della stringa “La carica dei 4232 diplomati del Salvemini”) c’è il link “Biblioteca-Videoteca”; cliccando su di esso si accede a una pagina in cui, fra altre cose, appaiono le “Risorse dell’Istituto”, da cui è possibile effettuare la “Ricerca Libri” e la “Ricerca Video”. Si può ricercare un libro in base al soggetto, all’autore, al titolo o alla casa editrice. Se, ad esempio, si vuol sapere quali libri di narrativa sono presenti nella Biblioteca d’Istituto, nel campo “Soggetto” occorre digitare “Prosa e narrativa” e poi cliccare su “cerca”: verrà immediatamente visualizzato l’elenco, in ordine alfabetico per autore, dei circa milleduecento romanzi ed altri scritti in prosa, con l’indicazione di autore, titolo, casa editrice, anno di edizione e cartella contenente le note, cioè le informazioni supplementari. Se si vuol sapere quali libri di un determinato autore sono presenti nella biblioteca, basta digitare il cognome di quell’autore nel relativo campo ed effettuare la ricerca. Se, invece, si conosce solo il titolo o anche solo una parte di esso (è sufficiente una sola parola), basterà digitare tale titolo (o tale parola) nel relativo campo e la ricerca produrrà l’elenco di tutti i libri presenti in archivio con quel titolo o con quella parola nel titolo. Il criterio, ovviamente, è lo stesso per una ricerca in base alla casa editrice. In ogni caso, occorre tenere ben presente che la ricerca deve essere condotta in base ad un solo campo per volta.

Quanto alla “Ricerca video”, è possibile effettuarla innanzitutto per tipologia (cliccando sulla freccetta accanto al nome del campo si apre una finestra con le diverse opzioni: cinema, teatro, documentari, materiali didattici, etc.), oppure per titolo (del film, del documentario, etc.) o per cognome del regista o di un attore (nel caso si tratti di un film), con lo stesso procedimento usato per la ricerca dei libri. Se, ad esempio, si vuol sapere di quali film disponga la videoteca, nel campo “Tipologia” occorre selezionare “Cinema “ e cliccare su “cerca”: apparirà l’elenco di tutti i film per titolo, regista, supporto (DVD o videocassetta) e scheda contenente tutte le informazioni.

Va precisato che, mentre la schedatura informatica del materiale cartaceo è completa ed aggiornata a tutto il mese di ottobre 2011, quella del materiale audiovisivo è, per il momento, relativa ai soli DVD, dato che le videocassette sono ormai obsolete (al punto che è persino difficile, attualmente, reperire in commercio gli appositi lettori) e che si è programmato di riversarle, un po’ per volta, sui più moderni supporti digitali a partire già dal prossimo futuro.

Tutti gli studenti, oltre al personale docente e non docente, possono accedere al prestito dei libri della Biblioteca d’Istituto (non, però, degli audiovisivi, per il fatto che di essi potrebbe rendersi necessaria l’immediata disponibilità nella quotidiana attività didattica): è sufficiente, a questo scopo, farne richiesta al docente bibliotecario, prof. Nello Falcone (specificando i dati sia del libro richiesto, sia del richiedente e, se studente, della relativa classe scolastica), o per e-mail (all’indirizzo di posta elettronica nellofalcone@alice.it) o attraverso un proprio insegnante (che si preoccuperà di girare la richiesta al bibliotecario) o, infine, annotando tale richiesta su un apposito registro che sarà posto sul tavolo della sala dei professori sia della sede centrale che della succursale. Il docente bibliotecario, presa visione delle richieste, provvederà, una o due volte alla settimana, a prelevare i libri dai relativi armadi ed a consegnarli personalmente (o a farli consegnare) agli interessati, registrando i dati del prestito e cancellandoli, poi, al momento della restituzione (che dovrà avvenire entro il limite massimo di due mesi) direttamente al docente bibliotecario, previo apposito accordo o nei giorni in cui egli sarà nella sede centrale per svolgere le mansioni inerenti al suo incarico.

Gli anni '60

Gli anni dell'esagerazione, della psichedelia , delle droghe sintetiche, dei cambiamenti, delle mode, delle rivoluzioni, della radio, degli slogan , degli schieramenti, delle rivolte, della pace e dell'amore, della televisione, dei colori, delle cosce scoperte,dei blue jeans, del pop, dei capelloni, dei media, della beat generation, della dolce vita, e del rock, del vero rock.

L'ondata della musica surf, cavalcata in pieno da Elvis, era ormai apprezzata solo da irriducibili fans; il pubblico era alla ricerca continua di nuove tendenze.

In Gran Bretagna, nel decennio precedente, spuntarono ovunque i Blues Clubs.

Il blues , per la verità, era nato negli Stati Uniti, ma i veri innovatori che lo plasmarono , enfatizzando i ritornelli , velocizzando le chitarre ritmiche,aggiungendo armonie vocali e inventando così il British Blues, erano inglesi. Il sound aveva qualcosa di "già sentito", ma la potenza con la quale veniva suonato era qualcosa di mai sentito prima.

Cinque ragazzi scapestrati della capitale britannica si appropriarono di quel blues, e lo suonarono come nessuno aveva mai fatto ,e come nessuno sarebbe più riuscito a fare: erano i Rolling Stones, e dalle loro ceneri nacquero gruppi blues di fama mondiale come i Cream e i Led Zeppelin, che rivoluzionarono di nuovo il rock.

Mentre nei selvaggi club del circuito underground di Londra gruppi blues-rock continuavano a radunare teppisti urbani, desiderosi di un po' di sano "rumore", a Liverpool, quattro ragazzi dalle facce pulite e sorridenti , in giacca e cravatta, stavano creando una miscela esplosiva, che avrebbe a fatto saltare in aria il momento di grazia della musica blues .

I Beatles capirono come convertire quella musica in una vera e propria attrazione di massa, e fare del rock un business, riuscendo a diventare così, probabilmente, la più grande band di tutti i tempi. Sul loro conto sarebbe inutile e superfluo aggiungere altro.

Iniziò così una vera e propria competizione tra USA e UK. Gli stati Uniti lanciavano i Doors, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Bob Dylan, e la Gran Bretagna rispondeva con Pink Floyd, King Crimson e The Who (..)

Gli anni che tutti desiderano e continueranno a desiderare, gli anni che mancano a tutti , anche a chi non li ha vissuti.

Gli anni del rock, del vero rock, che è ,e continuerà ad essere per sempre, il padre di tutti i generi musicali successivi.


Peace & Love ( and Rock 'n' Roll) 
Amina Grenci

Beatlemania

Se davvero avete voglia di leggere questo articolo, magari vorrete anche sapere come va il mondo della moda contemporanea e quali sono le nuove tendenze, quali colori bisogna indossare. Ma io non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare delle collezioni del prossimo anno. Cercherò, invece, di catapultarvi indietro nel tempo, partendo dagli anni '60. Ebbene sì, perché dovete sapere che gli anni Sessanta sono caratterizzati da una pazzia generale e da un radicale cambiamento anche nel campo della moda. Tutto comincia il 13 ottobre del 1963 quando, al Sunday Night at the London Palladium, nasce la BEATLEMANIA. Con l'avvento del Rock'n'Roll e con le prime esibizioni di Elvis, i teenager cominciarono a far sentire le proprie urla. L'accanimento dei media nei confronti dei Beatles fece letteralmente impazzire le folle. Tra urla, svenimenti, crisi isteriche e atteggiamenti morbosi il mondo occidentale venne tappezzato da loro sosia. I ragazzi cominciarono a tagliarsi i capelli allo stesso modo, tipo funghetto col frangettone. Non ci furono cambiamenti stratosferici nella moda maschile, ma le giacche senza collo e gli stivaletti squadrati divennero il marchio di fabbrica della mania. I giovani riempirono gli armadi di abiti casual come t-shirt colorate, inusuali all'epoca, e quindi poco costosi ed accessibili a tutti. La moda femminile, invece, presenta importanti cambiamenti. Da abiti eleganti, poco pratici e talvolta scomodi si passa ad un abbigliamento addirittura unisex. E per le occasioni importanti? La minigonna, ovviamente! Ed ecco che la donna mostra, per la gioia di tutti gli uomini, le cosce. E cosa mettere sotto le minigonne? Calze e reggicalze sarebbero eccessivi anche adesso. Ecco quindi che nascono i collant. La moda degli anni Sessanta fu estremamente colorita e allegra, ma la ciliegina sulla torta furono i cosmetici. Le case cosmetiche esaltarono l'eccentricità e il mutamento sociale con bocche chiarissime e occhi coloratissimi e bizzarri, ornati da lunghissime ciglia finte. Purtroppo, o per fortuna, la Beatlemania non arriva ai giorni nostri. L'infatuazione per i Beatles cominciò a svanire dal '66, per dare spazio ad un altro tipo di movimento...del “fate l'amore, non fate la guerra” e del “peace and love”.



Chiara De Martino

I'm with you

Indefinibili , ecco cosa mi viene in mente pensando ai Red Hot chili Peppers.Il gruppo californiano è riuscito ad avere (nell’ultimo decennio soprattutto) caratteristiche che lo rendono unico, con uno stile che è stato sempre in evoluzione, spaziando fra molti generi , quali il rock , rap , fusion e funky. Partendo da questi presupposti, parlare di un loro album , del loro ultimo album in particolare non è mai facile. Occorre prima di tutto fare un passo indietro. E’ il dicembre del 2009 quando i RHCP , mentre si crogiolavano nel successo del loro ultimo album “Stadium Arcadium “, subiscono una grave menomazione: il chitarrista John Frusciante lascia il gruppo per dedicarsi a progetti solisti. Il chitarrista abbandona il gruppo per la seconda volta con sofferenza dei fan e , sicuramente, anche degli altri membri del gruppo. Circa un mese dopo, viene annunciato che la band ha trovato un nuovo chitarrista, il giovanissimo e sconosciuto Josh Klinghoffer, amico e socio del “compianto” Frusciante. Il gruppo si è preso poi un lungo periodo di pausa, riprendendo “l’attività” a settembre con le registrazioni in studio del nuovo album, il quale sarebbe stato poi pubblicato il 30 Settembre dell’anno dopo. E’ stato ovviamente attesissimo dai fan i quali si sono dannati per quasi un anno, domandandosi se Josh sarebbe stato all’altezza di Frusciante. Finora, infatti, Josh si era sempre cimentato in un genere molto diverso da quello dei Red Hot, e anche molti critici si erano dimostrati scettici al suo ingresso nella band, soprattutto per il peso comportato dal doversi riallacciare ad una eredità corposa come era quella di Frusciante. Il primo singolo estratto dall’album e pubblicato il 26 Agosto è “The Adventure of Rain Dance Maggie”, un pezzo che, in un certo senso, poteva sviare da quello che sarebbe stato il prodotto finale. Il chitarrista si cimenta in linee di chitarra che richiamano uno stile psichedelico, associato ad una linea di basso tipica del bassista Micheal “Flea” Balzary. La canzone si presenta orecchiabile e piacevolissima, nonostante faccia nascere il dubbio su un “cambio di stile” da parte del gruppo, anche se da sempre molto vario, di Los Angeles. Per il resto, l’album si presenta abbastanza eterogeneo con pezzi destramente ritmici come Did I let you know o calmi e trascinanti come la tristissima Meet me at the corner. Menzione speciale per Factory of Faith, dalla trascinante linea di basso e a Goodbye Hooray, dove il basso si cimenta anche in uno sfrenato assolo. L’influsso del nuovo chitarrista è evidente però in alcuni pezzi come Happiness loves company, dove è presente anche una tastiera ad accompagnare tutto. Affascinante Brendan Death Song dal bellissimo testo, che raggiunge la massima espressione nel ritornello. Questi presentano in quasi tutte le canzoni una struttura molto simile, denotando una certa mancanza di fantasia. Il prodotto finale è sicuramente buono, evidenzia una certa originalità, anche se rimane sempre nello stile particolarissimo, forse solo con qualche sensibile cambiamento, che era stato sviluppato da alcuni anni. Resta da domandarsi se al prossimo lavoro si riuscirà a mantenere una qualità così alta, e se Josh rimarrà originale e creativo come è stato in questo lavoro.


Andrea Esposito

Che secchezza!

Perché Dio ci ha creato con un solo mento? Perché non poteva fare altrimenti.

Basta con questo battute scontate, tipo tutto al 50%.

Una cassaforte incontra l’amica: “Che combinazione!”.

Il marinaio spiegò le vele al vento, ma il vento non capì...

Perche il maschio della pianta è sempre triste? Perché è un pianto.

Le lenti degli occhiali sono tristi perché sono da sole..

Sai quando un elefante dice elefante? Quando aprendo il frigorifero vede solo coca-cole.

La prof mi ha messo una nota sul registro!
Ah e che ti ha scritto?
Sol .

Che gelato vendevano sul Titanic?
L'affogato.

Che ci fa un dado sul palco?
Il dado star.

Battuta di caccia,
cervo muore dalla risate.

Perché in America fa freddo?
Perché è stata scoperta.

L'altra volta ho visto due astronauti al ristorante.. chiedevano il conto alla rovescia.



Marco De Luca IVC
Raffaele Attanasio IVA

giovedì 1 dicembre 2011

Angolo Freddure

Dire "ciao" fa bene: è salutare...


Un bambino entra in gelateria e chiede un gelato alla fragola.

La fragola non risponde, allora lo chiede al gelataio.


Uno cane dice ad un altre cane … No i cani non parlano.


Di cosa muore un albero? Diabete.


Un gambero fa ad un altro gambero durante un combattimento "non hai scampo!"


Teorema. Gino nuota.


Se Maometto non va alla montagna ... Va al mare...


Mia mamma mi dice sempre di non frequentare certi elementi: il Carbonio, il Potassio...


Una mela e una pera giocano a carte. La mela fa alla pera: "Pesca".


Sai qual è la nazione più lunga da percorrere? L'Ungheria ...


Sai qual è il più grande ginecologo della storia? Martin Lùtero




Marco De Luca IV C, Raffaele Attanasio e Valerio Bartolo IV A 

Stereomood

"Dietro ogni canzone c'è sempre un'emozione. Non sappiamo perché, ma forse, è per questo che amiamo la musica"
Come mi sento? Cosa sto facendo ora?
E' così che si presenta Stereomood.com , una web radio del tutto innovativa che sta avendo tantissimo successo tra gli appassionati di musica e di internet.
L'obbiettivo è quello di regalare ai vostri stati d'animo , o alle situazioni in cui vi trovate, la perfetta colonna sonora;
Tutto ciò che dovrete fare sarà selezionare una delle tante opzioni a vostra disposizione sulla home, premere play, e al resto ci pensa stereomood …
Con le sue migliaia di canzoni in archivio, stereomood diventa anche una grande opportunità per scoprire e conoscere tanta nuova musica di ogni genere e nazionalità.
Voi come vi sentite oggi?  Cosa state facendo?
Se avessi creato io Stereomood, il risultato sarebbe stato questo  (più o meno):



Svegliarsi con il piede giusto:
Sugar Town - Zooey Deschanel
Mushaboom - Feist
A Message to you, Rudy - The Specials
What Katie Did  - The Libertines
Coffee And Tv - Blur
Ooh La  - The Kooks
Meeting Place - The Last Shadow Puppets
Quelqu'un M'a Dit - Carla Bruni
Free Falling - John Mayer
Sunday Morning - The Velvet Underground
Dog Days Are Over - Florence + The Machine
Congratulations - MGMT

Pausa Studio:
Shoot The Runner - Kasabian
Fans - Kings Of Leon
Someday - The Strokes
Something Good Can Work - Two Door Cinema Club
Walk Away - Franz Ferdinand
If you Wanna - Vaccines
Let's Dance To Joy Division - The Wombats
Dreaming Of Another World - Mystery Jets
I Want To Hear What You've Got To Say - The Subways
Adam's Song - Blink 182



Scegliendo Cosa indossare:
Ride - The Vines
Henrietta - The Fratellis
Lisztomania - Phoenix
Toop Toop - Cassius
New Shoes - Paolo Nutini
Reptilia- The Strokes
Feel Good Inc. - Gorillaz
Fat Lip - Sum 41
Fast Fuse - Kasabian
Tokyo (vampires & wolves) - The Wombats
A Punk- Vampire Weekend

Sbam ! Sbam ! Sbam ! Sbam ! :
The Monkeys are Coming - Does it offend you, yeah?
Atlantis To interzone - Klaxons
Hummer - Foals
Echoes - The Rapture
Invaders Must die - The Prodigy
Cousins - Vampire Weekend
Vlad The Impaler - Kasabian
Phantom Pt. I- II - Justice
Warp - The Bloody Beetroots ft. Steve Aoki

Se devo uccidermi almeno lo faccio per bene:
Knocked Up- Kings Of Leon                                
Delicate - Damien Rice                                        
What if - Coldplay                                                
Stars - The xx                                                       
Please , Please , Please, Let Me Get What I Want - The Smiths
Hallelujah ( original studio version) - Jeff Buckley 
Perfect Day - Verdena
Autumn - Paolo Nutini
Hero - Regina Spektor
Le moulin - Yann Tiersen
Baby- Justin Bieber                 Tranquilli, scherzavo

Amina Grenci IVD


Live Music Summer

Che dire, l’estate è cominciata e finita a ritmo di musica.
Da “School’s out” di Alice Cooper a “Wake me up when September ends” dei Green Day, dall’11 Giugno al 14 Settembre, la musica,live e non, ha movimentato le
nostre giornate.
Danza Kuduro è stata ufficialmente il tormentone da discoteca di quest’
anno, seguita a ruota da “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, successo di Lorenzo Jovanotti Cherubini.
Per non parlare dei concerti, come i BIG 4 il 6 luglio a Milano (Megadeth, Anthrax, Metallica e Slayer; beato chi ci è andato),  la Reunion dei System of a Down, sempre a Milano il 2 Giugno (unica data italiana) o il Tour Eretico di
CapaRezza, passato anche  per
Napoli.
Senza dimenticare il Chocabeck Tour di Zucchero o Campovolo 2.0 di Ligabue.
Ma se guardiamo nel giardino di casa, anche qui le serate non sono mancate. Partendo dai ritmi swing & ska dei “Mr. Dry and The Cleaners”, capitanati da Gianluca Terlizzi, passando per i “Bluesbeaters” di Giuliano Palma. Piccole rivelazioni sono anche le band dal sound più tosto (rock-metal) formate da adolescenti, come i “MEFAS” e i “Ligeia”. Da sottolineare in quest’ultima band la presenza di due studenti del Salvemini, cioè Andrea Esposito al basso e Nadia Maresca come voce.
Per quanto riguarda il Liceo, ricordiamo l’ultima (per ora) esibizione dei “Characters”, band indie rock formata da Gabriele Guida, Ciro Apicella, Marcello Casa e Jacopo Maresca, scioltasi affinché i componenti potessero proseguire la carriera universitaria.
Da lodare l’iniziativa del “Lady’s Bar” di Massa Lubrense, che in poco più di un mese ha ospitato e promosso tante serate, ravvivando il cimitero degli elefanti della piazzadi Massa.
Insomma, nelle vene della Penisola e non solo quest’estate è scorsa tanta musica, e (si spera) si continuerà con questo ritmo.
Stay tuned.

Sergio Galano III A

Matricolandia, la selva oscura del Salvemini

Ogni riferimento a persone reali è puramente casuale …
Nel mezzo del cammin di nostra scuola, Vittorio si ritrovò in una selva oscura, ché la giusta aula era smarrita. Pensò di ritornare sui suoi passi e, arrivato nell’atrio, venne travolto dall’orda degli alunni di quinta, che lo spinsero di nuovo in fondo al corridoio e, a quel punto, vide arrivare la sua guida. Gli si rivolse dicendo:- Seguimi, e ti mostrerò la tua aula-.
Vittorio la seguì e,una volta giunto nell’aula T3, ebbe un primo assaggio della fauna scolastica. In quel momento era ancora troppo spaesato per comprendere al meglio la natura dei presenti.
La giornata passò rapidamente e il nostro prode riuscì a sopravvivere a battute e canoscenza.
Il giorno successivo Vittorio dovette affrontare l’approccio con la succursale. Qui ebbe la grande fortuna di essere traghettato fino alla sua aula n°9 da una guida d’eccezione, Maria, che, dopo averlo scortato  fino a destinazione, affrontò un nuovo e più difficile viaggio verso la propria aula.
Anche questa giornata trascorse accompagnata, purtroppo, da un caldo “infernale” ed ebbe come risultato nuove amicizie e un test di matematica.
Ripercorrendo questo viaggio, Dante a parte, Vittorio ha potuto riflettere sulle sue prime impressioni di questa scuola, positive e negative; e adesso, grazie alla sua “grande benevolenza”, ce le illustrerà.
-Ero smarrito e il cambio di sede insieme al jet-lag causato dal risveglio mattutino iniziavano a farsi sentire. Ma poi, rendendomi conto della bellezza dell’istituto, ho voluto essere il più attento possibile per conoscere tutta la fauna: professori, alunni e collaboratori scolastici.
Adesso che sto per diventare un veterano, ho potuto apprezzare le caratteristiche delle due sedi. Peculiarità comune è il distributore, che sfama quotidianamente centinaia di famelici alunni. Per quanto riguarda la sede centrale, il jolly è la palestra di “arlecchino”, che con i suoi vivaci colori rallegra gli sportivi. Altro aspetto positivo è la presenza di lavagne multimediali. Al contrario, in succursale vige il detto “parva sed apta mihi”, in quanto nelle aule bisogna “cognarsi” ( verbo napoletano che sta ad indicare il comportamento necessario da assumere quando troppe persone si trovano in un luogo molto piccolo), condizione ottimale durante i compiti in classe per scambiarsi proficui suggerimenti. Luogo amato da tutti i ragazzi della scuola è, ovviamente, il campetto, dove si trascorrono le soleggiate giornate invernali.
Strutture a parte, ciò che mi ha spinto a scegliere questa scuola, oltre alle materie a me gradite, sono la vivacità e la vitalità dell’ambiente.
Infine, come Dante tornò nella terra natia alla fine del viaggio, Vittorio tornò a casa soddisfatto.


 Vittorio D’Esposito I D e Maria Parente II E

Andata e ritorno

Ho sempre pensato di essermene andato al momento giusto.
Il liceo è un corso di studi meraviglioso. Per chi sa viverlo è, magari, anche qualcosa in più, scuola di vita, d’esperienza, di legittima ostinazione per partito preso. E il suo obiettivo finale è il suo stesso annullamento: formare persone che sappiano abbandonare ghiribizzi adolescenziali e responsabilizzarsi alla ricerca di un arcobaleno di concretezze. Non è mai semplice guardare avanti, troppo avanti.
E così me ne sono andato al momento giusto dal liceo, nel momento di suo apogeo, conclusosi nell’ultimo biennio. Ragazzi equilibrati e motivati, voglia di costruire qualcosa, assemblee d’istituto quasi serie, un ottimismo che fa un baffo a Fix You. Ma forse non è questo il cuore pulsante del liceo, occultato da una facile histoire evenementielle. C’è altro, e voi lo conoscete meglio di me.
Me ne sono andato al momento giusto ogni volta perché c’era sempre qualcosa che distruggeva tutto ciò di positivo in cui si viveva e cresceva. Dieci anni fa era la pigrizia, cinque anni fa il pasto caldo alla mensa, oggi sono i tagli governativi all’istruzione. È facile piangersi addosso ancora prima di iniziare la vita vera. L’Italia non offre nulla, l’università non è un ufficio di collocamento – ormai neanche quelle private lo sono più – e c’è un’intera classe di studentato che non saprà che fare senza neanche averci provato. Non ci sono risposte giuste in questi casi. C’è poi chi ci crede, lontano da posizioni politiche, doppiamente bollato, anarchico e ottimista, miserabili sciagure di qualcuno impiastrato di resina che non è riuscito ad abbandonare l’albero.
Qual è il problema allora? Volevamo il futuro, volevamo diventare grandi. Abbiamo avuto davanti a noi una porta che si apriva infinita verso qualcosa inimmaginabile persino per Buzz Lightyear. E siamo diventati grandi, siamo pieni di responsabilità, la più grande delle quali è stata la nostra fuga. Una fuga caricatissima, perché pensavamo che sarebbe stato tutto più facile, che saremmo riusciti a trovare l’arcobaleno più cristallino, che avremmo sciolto l’ingarbugliato nodo di un presente cinico. Non c’era più niente alle nostre spalle, tutte facce conosciute, tutte persone già vissute, stesse ragazze, stessi corridoi – l’unica cosa cambiata è il distributore, e che distributore! – e stessi problemi. Avremmo cambiato il mondo con il nostro sorriso sbarazzino. Eppure, ogni macrocosmo è composto da microcosmi. Non cambia niente. Non che sia un male, ma forse non ce ne siamo mai realmente andati.
Ho sempre pensato di essermene andato al momento giusto perché pensavo che la maturazione, la vita, la consapevolezza, fossero parte un processo cronologico. Non lo sono. Fanno parte di qualcosa che prescinde dal tempo e da tutto quello che, spiriti inquieti, stiamo cercando. Siamo nati e vissuti in un determinato modo in un determinato mondo, non possiamo fuggirne né farci nulla. Non c’è niente di meglio di quello che siamo.
Ho sempre pensato di essermene andato al momento giusto.
Forse non è così. Una volta sono tornato e ho incontrato una ragazzina e me l’ha dato lei un arcobaleno.




Un ex direttore
Vittorio Mollo

Dietro le quinte di un corpo perfetto

Chi di noi, ed è soprattutto alle ragazze che mi rivolgo, non ha mai sperimentato la fame nervosa? Siamo stressati, in ansia, tristi, arrabbiati, e per sfogare la tensione assumiamo grandi quantità di cibo. Questo è dovuto al fatto che, da piccoli, i genitori calmavano il nostro pianto col cibo, anche se non era la fame il motivo del pianto: così non siamo più in grado di distinguere la fame biologica da altre sensazioni.
Ma bisogna stare attenti, perché la fame nervosa è un disturbo lieve da cui si può uscire con poche difficoltà, e che non causa di per sé gravi problemi, ma ben altro dilemma sono i disturbi alimentari quali anoressia e bulimia. Colpiscono maggiormente ragazze tra i 12 e i 25 anni, tuttavia non mancano casi tra i ragazzi e tra gli adulti. Spesso questi due disturbi vanno a braccetto, oppure l'uno è conseguenza dell'altro.
L'anoressia consiste nel totale rifiuto di ingerire cibo di alcun genere e nell'ossessione di non ingrassare, spesso accompagnata da anorrea, cioè la mancanza del ciclo. Sua variante è l'ortoressia, disturbo alimentare che si sta diffondendo ultimamente dove il malato mangia solo determinati cibi, come ad esempio le verdure, ed è ossessionato dai cibi sani.
Nella bulimia, invece, si assumono enormi quantità di cibo in poco tempo, spesso fino a provare nausea, per poi espellerle mediante vomito autoindotto o lassativi. Altri bulimici invece compensano le abboffate con il digiuno o eccessiva attività fisica.
Si tratta di un circolo vizioso che ha inizio con calma, lentamente. "Solo stavolta, perché ho esagerato col cibo, poi giuro che sto attenta". E invece no, lo si fa di nuovo, e di nuovo, ed è comodo e facile poter mangiare tutto ciò che si vuole senza doversi preoccupare di ingrassare.
Esiste poi ancora il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (o BEP) dove si mangia in gran quantità, ma senza che si provi poi ad espellerle in qualche modo, arrivando così a raggiungere peso eccessivo. Le persone affette da BEP sono, infatti, generalmente in sovrappeso, goffe e timide.
A caratterizzare gli affetti dai DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) sono, più o meno, sempre le stesse manie:
- scarsa autostima e fiducia in se stessi
- paura di ingrassare
- opinione di sé influenzata dal proprio peso
- sensi di colpa in seguito all'assunzione di cibo
- mente ossessionata da diete, esercizio fisico, magrezza
Mentre nelle ragazze anoressiche il problema è evidente, tranne che in alcuni casi, nelle bulimiche è più difficile da riconoscere poiché non vi è essenzialmente perdita né assunzione di peso. 
Tuttavia si nota spesso il disagio dell'individuo nei confronti del cibo e del proprio corpo, ed è qui che gli amici, i fidanzati, la famiglia, devono essere in grado di star vicino ai propri cari malati di DCA perché non c'è nulla di più brutto di affrontare da soli la propria malattia.
Avere un cattivo rapporto col proprio corpo non è un disagio stupido, perché crea problemi, soprattutto in una società come la nostra. Ci si ossessiona, si sta male, ci si odia, e si cerca una via d'uscita per attirare l'attenzione del mondo su di sé, per dire "io sono qui, mi vedete?". Non sono d'aiuto i modelli proposti dalle tv, dai mass media. Si è dell'idea che una persona grassa, una persona brutta, non possa essere altrettanto valida di una bella; sentirsi brutti o grassi significa non sentirsi integrati con le persone, significa sentirsi fuori posto, in un mondo dove la bellezza non è un di più, ma probabilmente la caratteristica più importante. Allora come fare a uscire dall'ossessiva ricerca di bellezza in una società come la nostra? Con le giuste persone al proprio fianco. Quando una persona è chiusa in bagno a vomitare l'anima  pensa di non averne, si sente sola, invece fuori la porta, sappiatelo, c'è qualcuno che la sente e muore dentro per lei.


L’autore ha preferito rimanere anonimo

C'è sempre un grano di logica nella follia (Friedrich Nietzsche)

Il silenzio è sceso sulla comunità scientifica. È il silenzio attonito di chi guarda uno dei pilastri della fisica moderna andare in frantumi: sembra infatti che un esperimento svolto di concerto tra il CERN e i LNGS (Laboratori Nazionali del Gran Sasso) abbia oltrepassato le colonne d’Ercole poste da Albert Einstein in materia di limiti di velocità. Tale esperimento (progetto Opera) ha infatti rilevato che il fascio di neutrini muonici sparati dal primo laboratorio siano arrivati al secondo 60 nanosecondi prima del previsto, cioè 60 nanosecondi prima della luce. La portata di tale rivelazione rivoluzionerebbe in modo drastico il mondo della fisica e comporterebbe serie conseguenze. I dati rilevati dal progetto Opera sembrano mettere in disaccordo ben 60 dei 130 scienziati coinvolti nella sperimentazione, e la divulgazione di questo esperimento, non ancora confermato dalla comunità scientifica, ai più è sembrato fuori luogo. Più che confermare questa sperimentazione la suddetta comunità non vede l’ora di smentire, proprio per le implicazioni del caso. E così si dà la caccia all’errore sperando in qualche distrazione da parte dei due laboratori.
Dati i recenti strafalcioni da parte del nostro ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, mi preme spiegare, per quanto mi sia possibile, le proprietà dei neutrini ed il modus operandi attuato nello studio delle particelle. I neutrini hanno una massa trascurabile e quindi possono attraversare la materia senza per questo modificare le loro caratteristiche. Ciò ha permesso al CERN di sparare direttamente attraverso la crosta terrestre un fascio di neutrini muonici orientati verso i LNGS che ne hanno rilevato la velocità. Per quanto incredibile, già nel 1932 il più brillante tra i ragazzi di via Panisperna, il fisico Ettore Majorana, aveva ipotizzato in una sua teoria che i neutrini in particolari condizioni potessero assumere una massa immaginaria, il che li renderebbe svincolati dai limiti imposti dalla Relatività, e quindi liberi di violarli. A rispolverare questa teoria e a darle nuovamente voce sono stati due ricercatori dell’Università di Padova, Fabrizio Tamburini e Marco Levander. Avrebbe davvero dell’incredibile se a mettere d’accordo tutti sulla questione dei “neutrini superluminari” fossero i calcoli di questo pioniere della scienza misteriosamente scomparso nel nulla.

Verena Gargiulo VD

Un viaggio lungo un sogno: Porta Nolana-Sorrento

Oggi, in totale, la Circumvesuviana conta 275 stazioni, 12 linee e 253 miglia di estensione.
Oggi, invece, la metropolitana Londinese conta circa 40.000 corse soppresse, riduzione drastica degli orari di servizio e ben 22 biglietterie chiuse.

Non a caso il sistema della Ferrovia napoletana risulta essere uno dei più, se non il più, funzionale al mondo: I treni passano ogni 3 o 4 minuti a partire dalle 5:00 del mattino circa fino all’1 di notte. Sicurezza e comodità i pregi che contraddistinguono la nostra Circumvesuviana, motivo di orgoglio per studenti e lavoratori che ogni giorno, con addosso la stanchezza del lavoro e dello studio, non vedono l’ora di salire sul treno, di mettersi a sedere e di godersi il viaggio … 
“...”
“Driiiiiiiiiiiiin driiiiiiiiin” … sveglia maledetta!
“Crack-crack”...dannato torcicollo mattutino!
Apro gli occhi, la luce. Ho sognato … troppo bello per essere vero! Sì, deve essere stato un sogno, non può essere vero. Sono cosciente che è stato solo un sogno.
Devo muovermi! Scappo in bagno e mi sciacquo velocemente, corro in camera, prendo i primi vestiti che mi capitano e senza  nemmeno guardarli me li infilo.
Prendo velocemente due biscotti infilandomene uno in bocca, tra soli cinque minuti passa il treno … Sono consapevole che la prossima corsa ci sarà tra 20 o 30 minuti: non posso perderlo! Come un tornado mi precipito alla stazione; il semaforo ferroviario segnala l’arrivo di un treno da Napoli diretto verso Sorrento, è lui il mio accompagnatore di oggi! Tra spinte e gomitate riesco a farmi largo tra la folla irruente. Sono schiacciato contro un vetro della porta, cerco di farmi spazio e con una gamba di qua e una di là, con una mano appoggiata al vetro e l’altra alla sbarra di ferro, mi tengo in allenamento nel gioco del twister! Durante quei pochi ma intensi minuti di agonia, ripenso costantemente al sogno fatto durante la notte. Arrivo a destinazione,  5 interessantissime ore a scuola fino alle 13:00. All’uscita c’è mio fratello ad aspettarmi in scooter, la mia salvezza!
Tornato a casa, decido di dedicarmi alla stesura di un articolo per il giornalino del mio Istituto. Ragazzi, dobbiamo farci promotori di un’iniziativa volta ad affrontare la situazione di disagio che ogni giorno centinaia e centinaia di giovani studenti, lavoratori pendolari e turisti sono costretti ad affrontare esclusivamente a causa di una cattiva gestione e per colpa degli sprechi avvenuti durante gli anni passati! Un circolo vizioso: i dipendenti hanno rinunciato agli straordinari, per via dei ritardi nel pagamento dei salari e per gli annunciati tagli alle corse. Questa la causa che ha provocato una generale situazione di caos e ha mandato in tilt un’azienda in via di auto-distruzione! Ed ecco i risultati: circa 40.000 corse soppresse, riduzione drastica degli orari di servizio e ben 22 biglietterie chiuse!

A malincuore, il mio sogno ha sottolineato dati riguardanti la metropolitana londinese, una delle più organizzate e funzionali del mondo e icona della capitale inglese, attribuendoli alla nostra cara e vecchia ferrovia vesuviana! Ma nonostante i treni siano lenti e il mondo ci identifichi come un’enorme discarica a cielo aperto, Noi non dimentichiamo mai, amici miei, di far parte di una delle più belle realtà del mondo, centro di eccellenze culturali e paesaggistiche! Questa è l’immagine che dovremmo esportare, facciamole girare il mondo su mezzi di trasporto degni di tale carico!


Tommaso Vitiello IIIB

Meno bavagli, meno sbagli

“Legge bavaglio, ovvero stupidità al potere”
“Legge bavaglio, si può davvero censurare la rete?”
“Legge bavaglio, pronti a non rispettarla”

Chiunque abbia acceso radio, televisione o  pc negli ultimi giorni riscontrerà una familiarità eccezionale nel riconoscere titoli simili a quelli sopracitati. L'ennesima legge pronta a scoraggiare migliaia di italiani, questa volta però andando ad interessare anche una fascia di individui, quella degli studenti appunto, che di leggi (almeno per la maggior parte) se ne infischia beatamente. Questa “legge bavaglio” riesce paradossalmente a possedere un risvolto positivo, visto il periodo che si sta attraversando, pieno fino all'orlo di maldicenze e questioni riguardo il malfunzionamento del governo, spingendo ad interrogarsi anche ragazzi e adolescenti sui problemi dell'Italia e, se possibile, pensare a come uscirne illesi e con benefici per tutti.
Ma si tratta pur sempre di ragazzi, la cui maturità non ha ancora raggiunto l'apice della sua grandezza, per i quali il danno maggiore apportato da questa legge è stata la sparizione momentanea delle pagine di Wikipedia, e della conseguente eliminazione della tipica “ricerca su internet” tanto amata da noi studenti. La situazione è fortunatamente tornata alla normalità dopo pochi giorni, anche se solo provvisoriamente, in vista di alcune modifiche al disegno di legge, che riguardava la questione, che verranno discusse prossimamente.
Quello su cui ci dobbiamo interrogare, e di cui dobbiamo informarvi, è l'effettivo funzionamento della legge bavaglio e del comma 29, anche noto come “comma ammazza blog”. Visto che né io, né voi abbiamo voglia di perdere tempo con magagne tecniche e noiose precisazioni, possiamo affermare rapidamente che la legge Mastella (così denominata perchè figlia dell'ex ministro di grazia e giustizia Clemente Mastella) interessa le intercettazioni, la cui discussione è così accesa negli ultimi tempi, la loro diffusione e le modalità in cui esse posso venir svolte. Quello che interessa Wikipedia, e più in generale testate non giornalistiche, è il fatto che non possano essere pubblicate intercettazioni prima dello svolgimento dell'udienza che le richiede, rendendo così inutile il lavoro svolto dall'enciclopedia libera, portatrice di un <<sapere libero e neutrale>>. Il sito ha deciso di auto-oscurarsi, in attesa delle modifiche al disegno di legge che avverranno tra pochi giorni, ma la protesta è già partita e si è espansa per tutto il web.
È la fine del sapere e del pensiero libero? Si tratta di un'altra manovra di un governo teso solo a controllare i propri sudditi? O si tratta solo di una paranoia pronta a svanire in breve tempo?
A voi la risposta, possibilmente senza avere bavagli sulla bocca

.                                                                               Raffaele Mollo IVD

Ultimo ma non meno importante

Ho intervistato uno dei ragazzi candidati come rappresentante d’istituto, per saperne un po’ di più sulle sue idee e sul motivo della sua candidatura, per capire quali sono i suoi programmi e ciò che gli piacerebbe cambiare. Gli ho rivolto alcune domande, e ne è emerso che questo è il primo anno che presenta la sua candidatura, e vorrebbe che le sue idee si diffondessero tra i ragazzi che frequentano il liceo. Vorrebbe essere un rappresentante che porta innovazioni e cambiamenti. Lui si chiama Filippo Leonelli, ed è un candidato rappresentante della lista numero 3.
-Come ti chiami e in che classe sei? “Filippo Leonelli, 5° G.”
-In che lista sei? “La mia lista non ha un nome, ma potrebbe essere considerata la lista numero 3.”
-Qual è il motto della tua lista? “Non c’è un motto in particolare, ma c’è una parola chiave: cambiare.”
-Perché dovrebbero votarti come rappresentante d’istituto? “Io penso che non dovrebbero votare me come persona, ma dovrebbero votare i miei ideali, la mia voglia di portare cambiamenti.”
-Se diventassi rappresentante, per cosa ti preoccuperesti di più? “Mi preoccuperei di riformare la figura di rappresentante d’istituto, rendendolo una voce per gli studenti, una sorta di portavoce. Mi preoccuperei dell’ecologia e del risparmio energetico, molto importanti in questo periodo. Darei particolare attenzione all’informazione per tutti gli studenti, infatti mi piacerebbe aprire anche degli sportelli informativi per dare delle opportunità agli studenti per parlare direttamente con le istituzioni. Vorrei anche dare più importanza alle strutture tecnologiche presenti nella scuola.
-Ti piacerebbe rinnovare qualcosa, o lasceresti tutto come l’anno scorso? “Portare innovazioni è comunque difficile, però vorrei rendere funzionali le strutture recentemente create, rendere più efficiente l’accesso alle strutture, soprattutto multimediali. Vorrei aprire una parentesi sul mio ideale di cambiamento: io non mi candido principalmente per essere votato ed eletto, anche se è ovvio che mi piacerebbe diventare rappresentante, ma più che altro mi sono candidato per far capire agli studenti che bisogna tentare, per far cambiare le cose.
Anche se io non verrò eletto, voglio comunque diffondere le mie idee maturate in questi cinque anni che ho frequentato al liceo e che, secondo il mio pensiero, sono utili per quest’ ultimo. Voglio “farmi sentire”, far sentire la mia voce, voglio diffondere le mie idee”.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Chiara D’Urso IIIG

Paghi uno prendi tre (o cinque?!)

Ebbene sì, penso che a circa un mese dal fatidico ‘giorno d’inizio’, quando con la felicità stampata in faccia abbiamo detto addio alle noiose ore di ozio pomeridiano per tuffarci nel mare dei compiti e delle interrogazioni,  abbiate ben capito che questi nove mesi che ci aspettano (questa “lunga e dolorosa gravidanza” cit. Maura Avallone) saranno un frullato iperproteico al gusto di novità. Nuova preside, nuova collocazione delle sezioni e soprattutto quattro rappresentanti d’istituto tutti nuovi. Quando ho chiesto un nome per l’intervista, me ne hanno dati tre. Si sono presentati in cinque. Vabbé che forse vogliono abbattere l’individualismo che indubbiamente regna sovrano in campo di elezioni ma data la situazione … cosa mi consigliate? Meglio dar loro un pulsante alla Dr. Why e far rispondere chi preme più velocemente, fare a turno o alzare la mano (manco fossimo tornati indietro nel tempo catapultati in una III elementare), o magari cercare di captare con il mio udito-da-supereroe la risposta di ognuno mentre parlano contemporaneamente? No, niente di tutto questo. Staremo a vedere se, dimostrando così le proprie capacità da leader, sapranno essere in grado di prendere la parola, ma anche di far parlare gli altri, di farsi notare senza però prevaricare, e permettermi, insomma, di avere un assaggio di quella che sarebbe la politica e il modus operandi che adotterebbero nel caso di una vittoria.
3,2,1, si comincia.

Come vi chiamate e che classe frequentate? Valerio Bartolo IV A, Marilena Caneri VA, Marco De Luca IV C, Raffaele Mollo IV D, Tommaso Vitiello III B.
Prima di iniziare, qual è la vostra definizione di ‘rappresentante d’istituto’? Allora parliamo uno per tutti (ed una voce di sottofondo, probabilmente Marco, sussurra “e tutti per uno”). Per noi essere rappresentante vuol dire fare da tramite tra gli studenti e le autorità della scuola, significa impersonare quelli che sono i diritti, gli ideali e le rivendicazioni di ogni singolo alunno.
Tutti hanno uno slogan … il vostro qual è? (momento in cui si improvvisa una votazione per decidere lo slogan da adottare) Eravamo indecisi ma abbiamo optato per ‘SalviAMO il Salvemini’ (mi fanno notare di far notare l’AMO)
Domanda da un milione di euro: perché vi candidate? Essendo al liceo già da alcuni anni abbiamo potuto constatare che la situazione è migliorata nell’ultimo periodo. Bene, la lista nasce dall’unione delle nostre forze:  ci candidiamo perché è una cosa che ci piace fare, perché vogliamo migliorare ancora, ma soprattutto perché abbiamo voglia di metterci in gioco, di partecipare e di far partecipare di più gli altri, voglia di fare, di cambiare la situazione.
Come avete vissuto l’esperienza di alunni rappresentati da Filippo Attanasio, Valeria Aiuolo, Giuseppe Manniello e Davide Rocco? (siate sinceri)(Ma perché c’era anche Davide? domanda di qualcuno di cui è meglio mantenere l’anonimato) Riteniamo che nel bene e nel male abbiano lavorato tutti e quattro anche se non si può negare che alcuni l’abbiano fatto notare di più e altri di meno … (e io sospiro. Che risposta diplomatica alla cerchiamo-di-non-offendere-nessuno)
Secondo voi, quali sono i problemi del Salvemini che saranno in cima alla lista delle ‘cose da fare’? Sinceramente negli scorsi anni non abbiamo riscontrato gravi problemi, ma naturalmente quest’anno ci sono delle novità, come la nuova preside, con la quale dobbiamo ancora ambientarci e parlare di idee e proposte. Lo ripetiamo, il rappresentante non è che un tramite, quindi se uno studente ha un problema lui ha il diritto di informarci e noi abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per risolvere la cosa.
Qual è la prima cosa che fareste se foste eletti?
Naturalmente iniziare a lavorare per tutti gli studenti. Consideriamo vincere le elezioni non come un punto di arrivo, ma di partenza. In ogni caso il nostro programma non ha un obiettivo principale, infatti ci proponiamo di lavorare a tutti i punti contemporaneamente, anche se una cosa per cui lotteremo è l’assemblea all’Armida, che noi vogliamo continuare ad usare come location. Inoltre il nostro è un programma libero e aperto a nuove proposte. (Quindi proponete …)
(domanda per Valerio) L’anno scorso non sei salito per una manciata di voti: previsioni per quest’anno?
Ecco vedi, il nostro, e sottolineo “nostro” progetto di lista, consiste proprio nel fatto che io non m’impongo di salire personalmente, ma ci tengo affinché almeno un candidato salga, perché non conta tanto l’importanza del singolo, ma del progetto come lista costruita insieme. E’ proprio per tutelare un interesse comune che abbiamo voluto partecipare all’intervista in cinque.
(domanda per Raffaele) Che tu lo voglia o no, vieni sempre e comunque associato a tuo fratello. Cosa  hai da dire in proposito?
Vengo associato a mio fratello perché … è mio fratello! (risate generali) Parlando seriamente, c’è chi pensa che mi candidi solo per sfruttare la sua popolarità, ed ovviamente non è così. Io penso che sia stato un grande rappresentante (di cui si sente ancora l’eco delle grandi imprese ndr) ma naturalmente mi propongo di migliorare il suo operato e portare onore al suo nome (frase dalla cadenza omerica).
(domanda per Tommaso) Nonostante tu sia in terza, tenti comunque la scalata, ti senti carico?
Io vedo questa candidatura come una vera e propria sfida contro me stesso. Essendo in terza mi sento vicino ai ragazzi più piccoli ma ho anche potuto imparare dai più grandi. Ho già avuto una serie di esperienze, come essere stato rappresentante della consulta provinciale per due anni, e il mio prossimo obbiettivo è la rappresentanza d’istituto.
Spero che vogliate smentire lo stereotipo del rappresentante che deambula per le vie cittadine invece di essere dove dovrebbe essere e ‘beve il caffè in piazza Lauro’, quindi se dico assemblea d’istituto, cosa rispondete?
Che sarà un caffè in Piazza Tasso! (commentano ironicamente) Logicamente scherziamo, l’assemblea è e deve essere un momento di discussione, di crescita personale e collettiva. Le parole chiave sono partecipazione e positività. Faremo di tutto per mantenere le assemblee all’Armida poiché la palestra non è adatta e soprattutto non ha le strutture adatte.
E il makπ?
Qualcuno dirà che ci lucriamo sopra ma il nostro obiettivo è quello di offrire una serata che piaccia e intrattenga gli alunni. Cercheremo anche di abbassare il costo del biglietto, che negli anni scorsi era troppo alto.
E gli scioperi?
Gli scioperi ci sono perché non c’è comunicazione e dialogo. Se i rappresentanti svolgono il proprio compito bene non ci sarà bisogno di scioperare, ma naturalmente se ci sono problematiche serie e le alte cariche si rifiutano di parlarne si passa all’azione. (che frase da film hollywoodiano!)
Ultima domanda (e ultima chance per fare colpo): perché dovremmo votarvi?
Ragazzi, Salviamo il Salvemini! Salviamolo dagli stereotipi, dalle frasi fatte, dalle assemblee in palestra e dai prezzi esorbitanti dei biglietti! E raccomandiamo di votare con la testa, con criterio. Siamo persone che hanno voglia di impegnarsi ed è quello che faremo, siamo nati come una lista che ha voglia di fare. Come si dice, (e qui si preparano per la frase finale ad effetto) “Chi ben comincia è a metà dell’opera.”

Avete letto? Avete approfondito? Avete scoperto qualcosa di nuovo?
Spero che queste domande vi abbiano aiutato a chiarirvi le idee (o nel caso dei ‘primini’ a farvi un’idea) circa le elezioni, e a catapultarvi nel clima ‘campagna elettorale’ che ormai si respira nei corridoi, quindi … cosa volete di più dalla vita? (e per favore, non ditemi “un Lucano”.)    
                                                                                                                                                                   Ilaria Coppola IIIB