giovedì 23 febbraio 2012

Il giro di boa


Paradiso cercasi. Ma va bene anche il Purgatorio

Salve ragazzi, Senza Filtro è di nuovo qui! Dopo le feste natalizie e il primo quadrimestre, rieccoci tutti in pista, un po’ più tondeggianti, formato panettone, e con una stella al merito sul petto, per essere sopravvissuti alla trincea di gennaio.
Con il vero freddo finalmente arrivato, noi della Redazione siamo rimasti attivi per non congelare; se la befana vi ha portato carbone, noi vi consoleremo con nuovi articoli, perché ci sono, eccome, cose di cui parlare: le gite, le pagelle (sigh), la tragedia della Costa Concordia, gli eventi passati e quelli in programma, insomma il 2012 che verrà!
Da non dimenticare le ultime avventure targate Salvemini: il Ballo Natalizio 2011 e la finale del Torneo di Calcetto; ma se il primo è stato un successo (insieme al papillon del sottoscritto), la seconda è sfociata in toni poco amichevoli tra le sezioni A e B.

Mi dispiace, ma dopo l’Inferno di fine primo quadrimestre, non arriverà subito il Paradiso; siamo solo a metà percorso, al giro di boa! Ci tocca ricominciare tutto da zero (“Start from scratch”, ricordate?) e fare meglio di prima.
Insomma, dobbiamo prepararci allo sprint finale e, se necessario, affidarci a qualche santo!


Il Paradiso può attendere.
                                                                                           Sergio Galano

2012


Un anno in cerca di parole e, se possibile, di felicità.


Fine – La metto all’inizio, concedetemi la licenza poetica. Non preoccupatevi, non arriverà, pare che vi sia stato un errore di interpretazione nel calendario Maya: dobbiamo aspettare il 2116!
Evasione – Ormai è diventata una parola orribile, sinonimo del parassita della società che non rilascia lo scontrino. Ma io voglio considerare  il significato positivo: quanti di voi, in questo mese di stress scolastico, non hanno desiderato di evadere dalla realtà? Un salvavita!
App – Che sia Apple o Android, c’è un app per tutto: studio, lavoro, calcolatrice, meteo, tagliare la frutta, sapere cosa sta accadendo nelle grotte dello Zimbawe, immergersi nell’Oceano Pacifico direttamente dal salotto di casa. Ora, scusate,  ma scappo, il mio Icaffè è pronto!
Domanda: nell’anno 1 P.J. (Post Jobs), riuscirà la Mela Morsicata a non farsi superare dalle pretendenti al trono?
Internet – L’anno informatico non è incominciato sotto i migliori auspici, con la discussa chiusura dei siti di file-sharing Megaupload e Megavideo e le varie leggi-bavaglio che si stanno costruendo sottobanco. Il 2011 ci ha dimostrato che Internet può davvero fare tanto, ma credo (e spero) che le possibilità che ci offre non siano ancora finite.
Energia – Anche se non se ne parla più, il disastro di Fukushima ha fatto crollare molto la fiducia nel nucleare, lo testimonia il referendum abrogativo di giugno 2011. Ed ecco la prima notizia eco – positiva per l’Italia: siamo il Paese con più pannelli fotovoltaici del mondo! Insomma, si prevede un eco – 2012 solare!
Sport – Preparatevi ad un’abbuffata di Sport quest’estate: ci aspettano i Giochi della XXX Olimpiade di Londra e gli Europei di calcio di Polonia – Ucraina, oltre i soliti appuntamenti come il Sei Nazioni di rugby!
E tutti in 3D!
Rock – Con il successo della musica Pop nell’ultimo anno e l’incoronazione di Lady Gaga a Regina del genere, non sono l’unico ad aspettarsi una reazione d’orgoglio da parte del sano Rock, ormai scomparso dagli schermi, negli anni della commercializzazione della musica.
Spread (Btp – Bund) – Ormai lo si nomina ovunque. Scusi, nel mio hamburger mi può mettere un po’ di ketchup e spread?
Ma cos è veramente lo spread? È la differenza tra i rendimenti di due Titoli di Stato, nel nostro caso tra i Bund tedeschi e i Btp italiani. I Bund sono abbastanza sicuri e per questo vengono usati come paragone.
I Btp rendono meglio dei Bund, perché l’Italia è considerata un Paese più a rischio default (fallimento) rispetto alla Germania, perciò acquistare Btp è più rischioso. Maggiore è lo spread, maggiore allora è il rischio default considerato dal mercato nei confronti dell’Italia.
Giovani – Si parla tanto dei giovani, della disoccupazione, del lavoro, delle lauree che non servono a niente, se non hai un babbo su una poltrona importante. Ma non si parla di quello che si lascerà ai giovani, del Mondo che riceveremo. E sembra magra cosa, se in piena crisi il messaggio che passa è questo: “Consumate. Perché il rilancio dei consumi aiuta la ripresa dell’economia. Voi, giovani così hi-tech, così cool, così Itrendy, consumate.”
Il consumo diventa così quasi un obbligo sociale, come il pagare le tasse. Bisogna fare la propria parte per incrementare i consumi.
Ma così, forse, si consuma, giovani, un futuro già lacero.
Felicità – Termino con l’unica parola che dovrebbe valere per ogni anno, che sia il 2012 o il 2059. Nonostante la crisi, l’angoscia e l’incertezza del futuro, nonostante le perdite che possiamo subire, nonostante tutto, siate felici. Cercate la felicità, cerchiatela sul viso degli altri e sul vostro. Siate felici!


Qualunque amore riusciate a dare o a ricevere, qualunque felicità riusciate a rubacchiare
o a procurare, qualunque temporanea elargizione di grazia: basta che funzioni.

[Boris Yellnikoff in “Basta che funzioni”]


Sergio Galano IIIA

Costa tragica: il Titanic del 2012

Era il 13 gennaio 2012, quando la Costa Concordia, costeggiando l’Isola del Giglio, è stata protagonista di una catastrofe di richiamo internazionale. Evidentemente, nessuno si è accorto della presenza del gruppo delle Scole (che possiamo trovare anche sulle mappe per iPad, iPhone, ecc..), luogo particolarmente indicato per le immersioni subacquee, e parte delle aree marine protette italiane. Ma è mai possibile che qualcuno si sia reso conto della presenza degli scogli solo pochi minuti prima dell’impatto, vedendo il mare incresparsi ad un certo punto dell’orizzonte? Io non credo. I radar di bordo segnalano tutto, e nel momento in cui riscontrano un probabile pericolo innescano la sirena, ed è impossibile non sentirla. Però, si sa, ci sono alcuni casi in cui le sirene vengono spente, giusto per non dare fastidio … casi come questo, giustificato dal dover effettuare “l’inchino” per riguardo dell’ex comandante Mario Palumbo.

Precisamente, quel venerdì sera, alle 21:42, la Concordia ha urtato una roccia, aprendo un’enorme falla di circa 70 metri sul lato sinistro, provocando l’interruzione immediata della crociera, un forte sbandamento e il conseguente arenamento. Sarà stata tutta colpa del comandante Schettino, oppure c’è lo zampino di qualcun altro? Non si sa, e credo non si saprà mai. Fatto sta che il comandante ha sbagliato, eccedendo con la velocità, perché per costeggiare un luogo come quello si deve andare al massimo a 4 o 5 nodi, non a 16! Un altro grande errore è stato quello di abbandonare la nave. D’altro canto, neanche De Falco dovrebbe essere considerato un eroe, dato che la capitaneria di porto monitora le rotte delle navi che passano, e se nota qualcosa di strano, è tenuta a contattare la plancia di comando e comunicare il troppo avvicinamento o la troppa velocità impiegata dalla nave.

Oltre a questi avvenimenti, abbiamo tutti visto e ascoltato le milioni di stupidaggini che hanno detto giornalisti e/o passeggeri, che hanno voluto approfittare della situazione per intascare un bel gruzzoletto. Partiamo dalla prova di evacuazione. Sinceramente, dopo aver partecipato a ben 12 crociere, mi permetto di dire la mia perché credo di sapere come funzionino le cose a bordo. Avendo fatto un giro molto simile, ricordo che Civitavecchia è solo la prima delle due tappe in cui salgono i passeggeri, perché gli altri sarebbero imbarcati a Savona il giorno dopo. La prova di evacuazione si svolge, di norma, quando tutti i passeggeri della crociera sono a bordo, non soltanto metà, quindi l’avrebbero svolta il 14 gennaio, secondo il programma. Avrebbero avuto il tempo di andare in cabina, leggere il regolamento posizionato nella parte posteriore della porta, vedere dove sono situati i giubbotti di salvataggio (nell’armadio) e capire la muster station in cui si sarebbero dovuti recare in casi estremi. Un’altra diffamazione riguarda la scarsa preparazione dell’equipaggio nel gestire la situazione. Pochi sanno che, una volta effettuata la prova per i passeggeri, si procede con quella del personale di bordo. Tra avvisi, fischi e salvagente, tutto l’equipaggio si reca sul ponte, si calano le scialuppe in acqua e si porta a termine l’esercitazione. Il destino ha voluto che la più grande tragedia sia stata l’inclinazione subita dalla nave, che non ha reso possibile l’accesso alle cabine per recuperare i giubbotti né calare alcune scialuppe su entrambi i lati della nave. Non è che un gigante del genere non ne sia dotato! L’inclinazione è avvenuta perché si sono immediatamente allagati tre compartimenti stagni, rendendo inaccessibile la sala macchine, ed è proprio lì che devono esserci state le prime vittime. Questo perché non si è capita subito la gravità dell’accaduto.

Io resto dell’idea che tale tragedia sia frutto di un bel po’ di concause e di un errore fatto esclusivamente sulla plancia di comando: non si può fare di tutt’erba un fascio! È sbagliato dire di non voler più salire su una nave, di non voler fare più alcuna crociera o prendersela con la compagnia. Così facendo, si intaccherebbe anche lo sviluppo economico in questo settore, ma soprattutto andrebbe scemando una tradizione italiana che dura da millenni.



Monia Martorelli

E arrivo al distributore


Giorno di scuola: mi sveglio un po’ prima ed esco di casa in anticipo; prendo il motorino e mi dirigo verso la scuola, quando la spia della riserva si accende. Devo fare benzina.
Arrivo al distributore, il benzinaio mi chiede: “quanto?” e io gli rispondo: “ 5 euro, per favore”. Prende i soldi e mi fa benzina, stranamente è molto più veloce del solito, guardo  il centilitri convinto di un suo errore e mi accorgo che il prezzo della benzina è salito ,ancora!
E salirà ancora, ormai in Italia molte persone che vivono al confine con altri paesi preferiscono andare a rifornirsi  in Svizzera, in Austria o anche in Francia, per fare un pieno, consci del fatto che, nonostante la mezz’ora di viaggio, risparmiano di molto.
Il governo ormai rincara sempre di più sul prezzo della benzina anche nei modi più assurdi.
0,1 centesimi di euro (1,90 lire) per la guerra di Abissinia del 1935;
0,7 centesimi di euro (14 lire) per la crisi di Suez del 1956;
0,5 centesimi di euro (10 lire) per il disastro del Vajont del 1963;
0,5 centesimi di euro (10 lire) per l'alluvione di Firenze del 1966;
0,5 centesimi di euro (10 lire) per il terremoto del Belice del 1968;
5,1 centesimi di euro (99 lire) per il terremoto del Friuli del 1976;
3,9 centesimi di euro (75 lire) per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
10,6 centesimi di euro (205 lire) per la missione in Libano del 1983;
1,1 centesimi di euro (22 lire) per la missione in Bosnia del 1996;
2,0 centesimi di euro (39 lire) per rinnovo contratto autoferrotranvieri 2004;
0,5 centesimi di euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
0,71 a 0,55 centesimi di euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
4,0 centesimi di euro per far fronte all'emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011;
0,89 centesimi di euro per far fronte all'alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
8,2 centesimi di euro per il decreto "Salva Italia" nel dicembre 2011.
Naturalmente la motivazione si è persa, perché l'aumento è stato assorbito come entrata ordinaria.
 In un Paese civile, al cessare della causa che determina una tassa, cessa la tassa stessa, cosa che da noi, a quanto pare, non succede, se pensate che paghiamo ancora per la guerra in Abissinia del 1935!
È da evidenziare il fatto che su queste imposte noi paghiamo anche l’iva, cioè paghiamo il 20% di queste tasse come tassa allo stato, per di più è illegale tassare le tasse, ma sembra che se ne siano dimenticati.
Ormai sembra che sia tanta la voglia di tassare che lo si faccia senza più pensare alla forma, e sembra che i cittadini non se ne importino più molto, dato che  lo stato fa quello che vuole senza dover dar conto neanche alla legge.


                                                                                                          Riccardo Ruocco

Facebook cambierà?

Regalo di compleanno?
Il 4 febbraio non è un giorno qualunque. Il 4 febbraio è il compleanno di qualcuno, anzi, qualcosa, a cui siamo profondamente legati, da cui spesso non riusciamo a staccarci neanche per un’ ora.
Non vi viene nulla in mente? Non è il cellulare, non l’ipod, non il televisore, non il computer, ma allora, cos’è?
Ma è Facebook, naturalmente, come avete fatto a non pensarci prima?!?
Con quota 850 milioni di iscritti,raggiunta in quest’anno appena concluso, Facebook, il 4 febbraio, compie otto anni.
Ma come, nessun evento?Nessun post?
Eppure, la società di Palo Alto, California fondata appunto otto anni fa da Mark Zuckerberk, un regalo se lo è fatto.
E’ ormai ufficiale la consegna da parte dell’azienda della documentazione necessaria per essere quotata in borsa ed entrare così a Wall Street.
Se sarà un flop o no,questo lo stabiliranno gli analisti, la cui opinione in merito è alquanto ottimista, si pensa infatti di raggiungere i 10 miliardi di dollari.
Resta però da capire un altro aspetto: cosa succederà agli utenti quando l’azienda inizierà ad essere quotata in borsa?
Per noi cambierà ben poco. Ma, secondo Domenico Rushe e Saabira Chaudhuri del Guardian, per massimizzare i profitti,e quindi i dividendi (il guadagno degli azionisti), sarà incrementato lo strumento con cui la società fa cassa: la pubblicità!
Ed un’azienda che, secondo alcune stime, dalla pubblicità ha ricavato 3,8 miliardi di dollari, sicuramente sfrutterà al meglio questa vera e propria risorsa aurea.
 Ora le possibilità sono molteplici, ma due sono le più plausibili: la prima è quella secondo cui l’azienda attiverà innovativi sistemi pubblicitari, che basati sui dati degli account, saranno sempre più mirati ed invasivi; la seconda ipotesi, invece,vedrebbe l’azienda sfruttare il suo capitale per acquisire altre società operanti nel settore internet, diversificando così la sua offerta come fece Google acquisendo YouTube.
Ma forse, presi dalla febbrile lettura dei “post”, che ogni secondo vengono pubblicati e condivisi a migliaia ,dal “Mi piace”per ogni notizia o fatto che ci interessa, o dai “tag” cin cui corrediamo ogni singola foto delle nostre vite, non ci faremo neanche tanto caso.
                        
                                                                                                                                                                                               D’Auria Guido IVD

Il Festival delle polemiche

Il festival della canzone italiana, ormai chiamato semplicemente Sanremo, porta sempre con sé polemiche, con cadenza annuale, dalla partecipazione, qualche anno fa, del principe ereditario Emanuele Filiberto assieme a Enzo Ghinazzi , in arte Pupo, al loro alquanto dubbio ripescaggio, che li portò in finale, fino alle vittorie di artisti già vincitori di altri talent. Questo fenomeno si è manifestato per due edizioni consecutive del Festival , facendo presumere una qualche forma di macchinazione studiata a tavolino. Quest’anno non c’è stato nemmeno bisogno che il festival cominciasse per scatenare una bufera di polemiche. Tutto è nato con la creazione di Sanremo Social. Questa innovazione, relativa,  poiché già utilizzata in molte altre competizioni come i talent, permette , accedendo da casa alla relativa pagina Facebook , di votare il proprio preferito fra una lista di aspiranti giovani. I cantautori in erba non devono far altro che mandare un l video in cui cantano un brano inedito da loro scritto: il popolo della rete fa il resto. Pare che, però, nello stilare il casting dei sei che avrebbero partecipato al Festival nella categoria Giovani i responsabili non si siano attenuti poi così tanto al “volere” della rete. A renderlo noto , in modo davvero plateale , è stato il comico e presentatore televisivo Enzo Iacchetti che, tramite Facebook, ha attaccato violentemente, con ingiurie più o meno gravi, colui che si occuperà quest’anno del festival , il cantautore Gianni Morandi, direttamente sulla sua pagina. Quest’ultimo viene infatti accusato di essere un ignorante della musica moderna e di essere uno schiavo delle Major discografiche. La bufera che s’è scatenata sul Web è stata enorme , sulla pagina di Iacchetti si sono riversate centinaia di commenti, alcuni con parole di elogio,e altri che gli davano dell’ipocrita,tesi accreditata dalla presunta partecipazione di Martino Iacchetti, figlio del comico, al mega sondaggio mediatico di Sanremo Social, poi scartato. Fra un po’, però, il festival comincerà davvero , quindi non resta che aspettare l’evolversi o meno della questione. Chissà che non se ne faccia parola durante la trasmissione.
Qui è riportato il post completo di Iacchetti.
“Caro Gianni Morandi, sei proprio un ignorante di musica dei giorni nostri,sei rimasto alla Fisarmonica e adesso sei il capo delle giurie che scelgono i giovani per San Remo. Avete fatto tu e la Rai questa porcata di San Remo Social, per dare una possibilità agli ascoltatori del web (che stanno diventando fondamentali per il futuro della musica) di esprimersi con un voto verso le canzoni preferite. Bene le canzoni più votate dal web non sono state prese. Bella presa per il culo non pensi ? Non credi che facendo così non fai che alimentare il sospetto che sia già tutto stabilito ? Siete schiavi delle majors della discografia. Perché non lo ammetti ? E’ già tutto stabilito e voi prendete per il culo centinaia di ragazzi che scrivono molto meglio della vostra musica da buttare. In migliaia hanno speso soldi per farsi i video clip, per iscriversi alle accademie , arrivi tu e prendi i più scarsi. Morandi, ma vattene a fanculo va. Il tuo ex amico Enzo Iacchetti.”


                                        Andrea Esposito