Tra un po’, per essere precisi, il 14 Febbraio, è san Valentino… la festa degli innamorati!
La festività prende il nome dal santo cristiano San Valentino , e venne istituita nel 496 da Papa Gelasio I. La pratica moderna di celebrazione della festa, centrata sullo scambio di messaggi d'amore e regali fra innamorati, risale probabilmente al circolo di Geoffrey Chaucer, in cui prese forma la tradizione dell'amor cortese.
Soprattutto nei paesi di cultura anglosassone e, per imitazione, anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di San Valentino è lo scambio di “valentine”, bigliettini d'amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell'amore romantico (la colomba, l'immagine di Cupido con arco e frecce, e così via). A partire dal XIX secolo, questa tradizione ha alimentato la produzione industriale e la commercializzazione su vasta scala di biglietti d'auguri dedicati a questa ricorrenza. Così come accade anche per altre feste, il mercato ci propina tutta una serie di gadget, con prezzi per tutte le tasche; inutile impegnare la nostra creatività a confezionare qualcosa per l’amata/o, qualcuno ci ha pensato al posto nostro.
Dov’è finito il romanticismo?
E’ ormai raro vedere un ragazzo dal fioraio comprare i fiori per la propria amata, tanto sono soldi buttati, i fiori appassiscono …
E’ ormai raro vedere ragazzi regalare foto, certo, anche quelle sbiadiscono, ma durano nel tempo.
Dai, ragazzi, non prendiamoci in giro! La realtà è che a noi questa “tecnologia” ci sta aiutando a deviare la nostra idea di amore. Ma il cosiddetto amore, in effetti, sappiamo cosa sia? Ci siamo mai domandati come i nostri nonni riuscissero a convivere e a stare insieme così tanto e così intensamente?
La colpa non è quindi né dei fiori né delle foto né di altro, la colpa è nostra, della nostra nuova ed erronea visione dell’amore. Ci siamo dimenticanti che esistono ancora i piccoli gesti, e sono quelli che possono davvero rendere felice la tua metà.
Come pretendiamo che la nostra relazione sia reale, se non esprimiamo quel che siamo veramente?
Ormai, non esiste più la “courtship”, ormai le nostre relazioni, i nostri amori, li viviamo tramite internet, Facebook, sms. Ma in questo modo si causa il logoramento di una relazione, perché viene a mancare il contatto fisico, il confronto diretto, che aiutano a conoscere i pregi e i difetti del compagno ed accettarli in pieno.
Certo, una relazione tramite i nuovi mezzi di comunicazione di massa è più facile: non c’è bisogno di confrontarsi di persona ogni giorno con la propria metà, si possono nascondere più facilmente i nostri sentimenti... Ma questo è controproducente!
Quindi, l’Amore è scomparso?
No, non è scomparso, ha solo cambiato modo di porsi, lo ritroviamo nelle strofe di qualche canzone, nei 160 caratteri di un sms, nella velocità di un’e-mail.
No, l'amore non è scomparso, perché l'uomo non può stare solo, non può bastare a se stesso, ha bisogno di sentirla, la vita.
Ieri come oggi, l’amore ci provoca, ci fa mettere in gioco anche la parte di noi stessi che vorremmo tenere nascosta. Ci rende fragili, ma, allo stesso tempo, entusiasti.
Vorrei concludere questa riflessione con un pensiero di Franz Kafka: “Amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita verso tutte le altezze e tutte le profondità. L’amore non è un problema, come non lo è un veicolo; problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori, la strada.”
Marco De Luca
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