Il pene (dal latino "penis",cosa), termine che vanta più di 1000
sinonimi (circa 50 in più della vagina) è sempre stato un simbolo di potere.
Per i Babilonesi, il dio Enki aveva dato vita al Tigri e all'Eufrate con il suo
pene; nella biblica Canaan, i sovrani saliti al potere mangiavano il membro del
loro predecessore, per acquisirne lo forza. Il fallo era il perno della
società; gli antichi israeliti, per esempio, recitavano i giuramenti con la
mano posta sui testicoli (da qui il termine testicoli che significa
"piccoli testimoni").
Nell'antichità
il fallocentrismo giunse alla "massima erezione": il pene era
al centro dell'umanità, sia nel campo militare, settore nel quale le
"dimensioni" contavano più della bravura e agevolavano la carriera,
sia sul piano religioso. I greci celebravano le falloforie, processioni in cui
recavano statue di enormi falli, per propiziare un buon raccolto. I culti
fallici sono sopravvissuti fino ad oggi, come nella sagra dei ceri di Gubbio, e
nella Chiwawa Matsuri, festa del pene giapponese, che ricorre ogni anno il 15
marzo.
A partire
dal medioevo questo potere superiore conferito al pene iniziò ad essere
osteggiato dalla Chiesa, che affermava la superiorità di Dio sull'uomo. E
così, con il Cristianesimo, il fallo da "Dio" divenne demonio. Il
nostro Sant'Agostino - che noi del triennio DOVREMMO ben conoscere - affermava
che nessun organo era più corrotto del pene. A cavallo dell'onda della
Controriforma, nel post Rinascimento, Papa Paolo IV fece coprire gli attributi
maschili degli affreschi di Michelangelo nella Capella Sistina,
"castrando" questa prodigiosa opera d'arte. La castrazione veniva
spesso utilizzata dalla Chiesa sui fanciulli, per fa sì che avessero voci
"bianche" ed anche per "purificarli. Nell'età moderna, il
fallocentrismo è ancora visto come fonte di peccato: nel XIX secolo si
diffusero congegni come l'allarme di Minìere, formato da un filo metallico
elettrificato avvolto intorno al membro che scattava in caso di erezione.
Nel 1965, lo psichiatra Kurt Freund inventò una sorta di macchina della verità, volta a rilevare erezioni innescate da immagini erotiche al fine di scoprire "devianze" come la pedofilia e l'omosessualità, affermando con fierezza che "il pene non mente". Nello stesso periodo, Freud riconfermò il ruolo del pene come simbolo di potere. Secondo Freud, la personalità del maschio si evolve, ma la sua identità continua a ruotare intorno alla virilità. La rivoluzione sessuale degli anni '60 segnò la fine del fallocentrismo. Iniziava la crisi del maschio: il pene perdeva la sua importanza anche nel propiziare la fertilità, mentre la vagine acquisiva il potere di dare la vita.
Nel 1965, lo psichiatra Kurt Freund inventò una sorta di macchina della verità, volta a rilevare erezioni innescate da immagini erotiche al fine di scoprire "devianze" come la pedofilia e l'omosessualità, affermando con fierezza che "il pene non mente". Nello stesso periodo, Freud riconfermò il ruolo del pene come simbolo di potere. Secondo Freud, la personalità del maschio si evolve, ma la sua identità continua a ruotare intorno alla virilità. La rivoluzione sessuale degli anni '60 segnò la fine del fallocentrismo. Iniziava la crisi del maschio: il pene perdeva la sua importanza anche nel propiziare la fertilità, mentre la vagine acquisiva il potere di dare la vita.
Noi crediamo
che questo argomento non debba essere considerato un tabù e che se ne possa
parlare liberamente, senza ricorrere a raffigurazione artistiche del
momento,talvolta, di cattivo gusto o celandosi dietro discutibili
"pratiche ludiche". Questo tabù è proprio creato, a nostro
avviso, dall'erronea visione della sessualità tramandataci dall’ etica della
Chiesa Cattolica. Rifiutare la "genitalità", rinunciare all'infantile
esorcizzazione della sessualità, attraverso un frequente uso del turpiloquio o
un ancor più diffuso abuso di immagini falliche, potrebbe e dovrebbe
riavvicinarci alla naturalità del nostro essere giovani uomini e donne, capaci
di avvicinarci con serenità ed equilibro a una percezione completa e seriamente
"disinibita" dell'intero "sé corporeo".
Marco De Luca e Gaetano Guadagnuolo IVC
Nessun commento:
Posta un commento