E gli scaldamuscoli. Quegli orribili calzini/non calzini che nascondevano la caviglia facendo sembrare smilzo un lottatore di sumo. Ma dovete sapere che non contente le adolescenti dell'epoca li indossavano anche sui jeans. Una tortura per gli occhi!
Gli uomini che, invece, non si lasciavano ammaliare dal new romantic, preferivano le famigerate polo coperte da felpe “best company”, infilate in un 501 Levi’s bello stretto tra le natiche.
Per il ragazzo definito “truzzo”, esistevano le cravatte di pelle con camicie e giacche fluo (giusto un pochino appariscenti), jeans tenuti su da cinture El charro e barchette Timberland (oggi portate con jeans strettissimi e corti, per mostrare la sottilissima caviglia, da ragazzi che hanno dato fuoco alla loro mascolinità).
Le donne semplici si coprivano con camicie XXL e jeans dalla vita altissima oppure con minigonne scozzesi o a balze. Per le serate “chic” indossavano abitini con farpali svolazzanti abbinati a sandali o Superga.
I capelli colorati, di solito di rosso, erano fermati al centro della testa da fermagli enormi, oggi trasformati in enormi fiocchi colorati creati per chiudere le uova di Pasqua.
Insomma, la moda degli anni ’80 era oggettivamente brutta, poco armoniosa e stravagante, ma aveva il fascino che l'ha resa immortale e che le permette di insidiarsi, riadattata, nelle mode successive.
Chiara de Martino
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