mercoledì 30 novembre 2011

Patrizia Fiorentino, l’alba di un’era Fiorente

L’anno scolastico inizia con voci di corridoio che annunciano un grosso cambiamento ai piani alti del nostro liceo. Chi sarà mai colei che occupa l’ambita poltrona?
Patrizia Fiorentino è il suo nome e ci accoglie in questa calda mattinata nel suo studio con un sorriso dolce quasi quanto i suoi dolcetti. Prendiamo dalla borsa carta e penna e iniziamo a conoscere meglio colei che ci aprirà le porte su una nuova era. Un’era Fiorente.

Nome:  Patrizia Fiorentino.
Radice quadrata della vostra età: (ride) Te la posso dire direttamente: 54
Segni particolari:  Fisici o caratteriali?
D: Come preferisce.
R:Per quanto riguarda il carattere, sono un po’ precisa nelle mie cose, ci tengo molto ed ho un forte senso del dovere. Mi piace che tutte le cose funzionino per bene e sono una persona  molto organizzativa, al tempo stesso però,  penso di essere una persona aperta e cordiale che ama stabilire un rapporto piacevole con le persone.
D:Parliamo di istruzione, che scuola avete frequentato?
R: Ho frequentato il liceo classico, e l’istituto universitario Orientale, mi sono laureata in “Lingue e letterature straniere moderne” nel lontano 1980, punteggio 110 e lode, non lo diciamo!
D:Afacc’!
D:Come ha trovato l’ambiente del liceo Salvemini? Ci da le sue prime impressioni?
R: Sono stata accolta molto bene sia dal corpo docenti, sia dal personale Ata. Ho purtroppo ancora scarsa
conoscenza degli alunni, ma quelli che ho incontrato mi hanno accolto altrettanto bene, quindi sono molto contenta di essere stata accettata, almeno apparentemente. Sono contenta di essere in questa scuola, così prestigiosa per il nostro territorio, anche perché sono anch’io di Sorrento. Spero di completare la mia carriera qui, quindi ho davvero grandi obiettivi per questa scuola.
D:Infatti si sono visti fin da subito i primi cambiamenti, avete intenzione di apportarne altri significativi?
R:I cambiamenti organizzativi nascono sempre e solo per migliorare la scuola, in favore dell’utenza. Ciò che vorrei cambiare è la concezione di scuola in sé. Essendo un insegnante di lingua, ho in mente anche modelli non necessariamente italiani. Sogno una scuola più partecipata, sia da parte di studenti e genitori, sia da parte delle utenze del territorio.
D:A questo proposito, cosa ne pensa dei tagli scolastici apportati dal governo?
R:Come ogni cosa che ci penalizza, non posso pensarne bene, tuttavia mi rendo conto che sono talvolta necessari per problemi di natura economica e quindi dobbiamo necessariamente accettarli. Comunque non ne risentiamo per quanto riguarda la gestione della scuola in sé.
D:Com’è il suo rapporto con gli studenti?
R:Amo molto il rapporto con gli studenti, è fondamentale. Io sono nata docente e morirò docente. Un dirigente può occuparsi della didattica ed è prima di tutto un Leader educativo, ma non ha spesso contatti con gli studenti. Io invece lo cerco molto, cerco di andare nelle classi, per quanto mi è possibile e parlare con i ragazzi. Questo è l’aspetto del mio lavoro di insegnante che mi manca di più.
D:Le faremo un elenco di parole, ci risponda con la prima cosa che le passa per la testa.
D:Scuola.
R:La scuola mi piace, è una priorità per me.
D:Disciplina.
R:E’ un valore e ne abbiamo bisogno. Senza regole saremmo allo sbando.
D:Viaggi d’istruzione.
R:Un’occasione di apprendimento molto valida.
D:Per quanto riguarda il biennio del linguistico corre voce che non ci sia più possibilità di uno stage all’estero.
R:Mi cogli totalmente impreparata. Se c’è una valida occasione e l’assenso dei genitori, non vedo dove sia il problema. Anzi, io vorrei incentivare le esperienze di studio all’estero come l’Erasmus Junior, che permette di frequentare per sei mesi una scuola in un paese straniero.
D:Se vi dicessi “assemblee di istituto”?
R:E’ un momento fondamentale, in cui i ragazzi possono rappresentare, confrontarsi ed essere partecipanti attivi della vita scolastica.
D:Pausa didattica?
R:Sono molto favorevole all’idea della pausa didattica, è uno strumento utile per il recupero di lacune in determinate materie.
D:Scioperi?
R:Accetto e riconosco lo sciopero se nasce come forma di protesta studentesca, con un senso e un obiettivo concreto, non come perdita di tempo o giorni di scuola.
D:Cosa ne pensa di noi del “Senza Filtro”?
R:Mi piace moltissimo l’idea del giornalino, infatti ho cercato di incentivarlo anche nell’altra scuola dove sono stata dirigente. Magari si potrebbe pensare ad una futura collaborazione.
D:Il suo motto?
R:”Si vis pacem, para bellum” , “Se vuoi la pace, preparati alla guerra”. Sono anche alla ricerca di un motto per il nostro liceo.
D:Un saluto per tutti gli studenti del Salvemini?
R:Vi auguro un anno pieno di traguardi raggiunti, di soddisfazioni personali ed anche di divertimento, insomma di vivere una vita a 360°.


Lia Apreda e Simona Mollo IV L/A

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